http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

28.12.10

 

Approfondimento

I principi cardine del Servizio Volontario Europeo (SVE)
L’Iniziativa faro della Commissione Europea "Youth on the move" della “strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, EUROPA 2020” è volta a migliorare le prestazioni dei sistemi d'istruzione e aumentare la mobilità internazionale dei giovani. Il Servizio Volontario Europeo (SVE) è un’ iniziativa promossa dall’ Unione Europea collocata in tale strategia, dedicata ai giovani che vogliono vivere una esperienza di volontariato per la propria crescita professionale e culturale. Alla base dell'azione SVE vi è in primo luogo l’idea per cui il volontariato costituisce per i giovani un mezzo efficace di istruzione e di formazione supplementare, che merita di essere valorizzato nel contesto europeo. Il ruolo finale dello SVE, in realtà, è quello  di sensibilizzare le giovani generazioni nell’aiuto e nella solidarietà verso gli altri e i più deboli, in un periodo in cui nelle nostre società è sempre più forte e diffuso un latente “egoismo” individualista. Al contempo, il SVE contribuisce a rafforzare un identità internazionale o più europea tra i giovani, permettendogli di acquisire esperienze professionali, o più semplicemente di vita, in altri Stati membri diversi da quello di provenienza. L’ obiettivo di incrementare l’ internazionalizzazione dei giovani, attraverso un esperienza di volontariato, è volto a creare una società multiculturale, dinamica e solidale con l’ “altro” in cui mobilità occupazione e cittadinanza europea attiva possano esserne i cardini.
Il SVE garantisce per i giovani un’ opportunità di scambio di conoscenze, di esperienze formative e viaggi d’istruzione, di arricchimento culturale, linguistico e umano  e soprattutto rafforza la consapevolezza di un' Europa unita, multilinguistica e multiculturale.

Informazioni utili sul SVE
Le attività di SVE si rivolgono ai giovani tra i 18 e 30 anni per un periodo compreso tra i 6 e i 12 mesi e i paesi che partecipano al programma SVE sono i 27 Stati Membri dell’ Unione (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria).
È sufficiente avere tra i 18 e i 30 anni ed essere legalmente residente in uno dei paesi dell'Unione: la nazionalità, il livello di formazione e l'origine sociale non hanno in apparenza alcuna importanza. La sola condizione è di mettersi al servizio di un progetto locale. Va precisato che il Servizio Volontario Europeo non sostituisce il servizio militare né i sistemi di servizio civile alternativo o obbligatorio esistenti in alcuni paesi membri. È organizzato su base interamente volontaria, in funzione delle motivazioni dei giovani partecipanti; inoltre non può sostituirsi a un'occupazione remunerata, esistente o potenziale.
Le attività di SVE possono riguardare il settore dell’arte e della cultura, il supporto alle fasce più deboli (bambini, giovani o agli anziani) o interessare lo sport e il tempo libero, la protezione civile o la protezione ambientale e del patrimonio culturale.
Il SVE può essere rivolto alle seguenti iniziative: contributo alla creazione di servizi di assistenza alle persone anziane, malate o disabili; creazione di un centro di accoglienza per i senzatetto; creazione di una mensa per gli indigenti; organizzazione di un centro giovanile polivalente in un quartiere di periferia, per attività di informazione, ricreative o di espressione culturale, di formazione, di assistenza alla ricerca di occupazione, ecc.; animazione per l’infanzia, aiuto scolastico alle famiglie numerose, ecc.; innovamento urbano o ripristino di habitat naturali; Attività interculturali per l’integrazione e la lotta contro il razzismo.
Il programma non prevede una retribuzione sufficiente a coprire il totale delle spese dei volontari ma copre le spese di viaggio, vitto, alloggio e un’ assicurazione. I volontari dedicano tempo ed energie ad un progetto a favore della comunità in cui hanno una possibilità più unica che rara di integrarsi almeno parzialmente e di migliorare le proprie capacità di adattamento e conoscenze linguistiche. In cambio hanno l’opportunità di mettere in pratica le proprie competenze, di acquisire un bagaglio di conoscenze culturali e sociali e di orientarsi per il futuro.
Nell’ambito dello SVE è possibile effettuare anche un’esperienza più breve (che va da 3 settimane a 3 mesi). Questo tipo di progetto riguarda spesso gruppi di volontari che si dedicano congiuntamente ad uno stesso compito. Si rivolge in particolare ai giovani che non hanno mai viaggiato all’estero o a quelli che si trovano temporaneamente in una situazione difficile o che, per diverse ragioni non possono partecipare ad un’azione più lunga. I progetti di breve durata offrono ai giovani l’occasione di arricchire la loro esperienza, eventualmente ai fini di una futura partecipazione ad un progetto SVE di lunga durata.

Aspetti controversi del SVE e conclusioni

Rimane il dato di fatto che il SVE prevede solo un rimborso spese parziale e non economicamente vantaggioso, di conseguenza, esso richiede uno sforzo finanziario a carico del volontario e quindi il SVE non dà la possibilità a tutti di svolgere tale esperienza formativa e soprattutto non riesce a coinvolgere realmente i giovani provenienti dalle aree economicamente più deboli o dalle famiglie meno abbienti. Il rischio è quindi che le persone che dovrebbero essere più aiutate alla mobilità nella società, attraverso internazionalizzazione e valorizzazione del principio solidarietà e cittadinanza attiva (principi cardine del SVE) ne siano completamente tagliate fuori, o quasi. In realtà questo problema è un elemento presente in quasi tutti i programmi dell’Unione dedicati ai giovani e non facilita una reale mobilità, orizzontale tra paesi e verticale tra classi sociali diverse. Il problema inoltre è relativo all’esistenza di possibilità e limiti diversi,  non soltanto tra le regioni più e meno sviluppate ma tra Stati membri. Il principio del SVE della mobilità in dimensione europea può risultarne indebolito e rischia di aumentare le differenze anziché ridurle, integrarle e riadattarle in un contesto europeo. In effetti è difficile pensare che un cittadino Polacco abbia le stesse possibilità di un cittadino Svedese o Inglese di partecipazione al SVE o all’ Erasmus  in paesi dove il proprio potere d’acquisto è di gran lunga inferiore.

La qualità del sistema di formazione dipende quindi dalle sue capacità di innovarsi, comprendere e interpretare al meglio le sfide che la globalizzazione e l’integrazione europea a 27 richiedono e la sola esistenza del programma SVE, nonostante i suoi limiti contribuisce a ciò. Tuttavia non è da escludere che il programma SVE insieme agli altri programmi europei per i giovani possano essere revisionati in futuro. A tal riguardo risulta essenziale che le nuove generazioni vengano sempre seguite e supportate nell’ affacciare il proprio sguardo al di fuori dei confini nazionali, affrontando le sfide di adattamento, integrazione e conoscenza di altre culture e popoli attraverso la solidarietà e il SVE va in questa direzione, nonostante alcuni limiti sopra citati.
Il SVE continua a garantire un’ ottima opportunità per molti giovani di scambio di conoscenze, esperienze formative e viaggi d’istruzione, l'arricchimento culturale, linguistico e umano  e soprattutto la consapevolezza di un' Europa unita, multilinguistica e multiculturale.

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