http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

5.7.08

 

Approfondimento

Politica Comune di Immigrazione ed asilo

Background:
Nel Trattato CEE del 1957 il tema relativo all’immigrazione e all’asilo non era preso in considerazione ed il trattamento dei cittadini dei Paesi terzi, in quanto estraneo alle finalità di creazione del mercato comune, era considerato materia riservata alla competenza esclusiva degli Stati membri.
Questo trovava una giustificazione nel fatto che nell’Europa del 1957 l’immigrazione aveva carattere essenzialmente comunitario ed economico.
Solo in un periodo successivo si è avvertita l’esigenza di creare politiche comuni ai diversi Stati membri in materia di visti, asilo ed immigrazione: ciò è successo quando si è passati da una concezione di integrazione europea a vocazione solo economica ad un più ampio progetto politico di spazio senza frontiere interne, nel quale fosse assicurata la libertà di circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali, cui era preliminare il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne.
Il Trattato di Maastricht è stato il primo a prevedere una politica comune in materia di asilo, qualificando tale politica come mero “settore di comune interesse” da trattare quindi con il metodo tradizionale della cooperazione intergovernativa.
Il Trattato di Amsterdam ha inserito la materia dell’asilo nel quadro dell’integrazione comunitaria: le norme del c.d. terzo pilastro sono state comunitarizzate e (dal 1 maggio 1999) introdotte nel Trattato CE (titolo IV, visti, asilo immigrazione ed altre politiche connesse con la libera circolazione delle persone, artt. 61-68).
La Commissione, nella comunicazione relativa alla politica comune in materia di asilo e all’Agenda per la protezione, doc. COM(2003)152 del 26.3.2003, ha compiuto una prima valutazione sull’attuazione delle politiche necessarie, sottolineando il livello molto basso delle norme concordate da cui derivava una diminuzione dell’effetto utile dell’armonizzazione. Tale effetto è stato però considerato il “prezzo da pagare” all’adozione all’unanimità degli strumenti comunitari in questo settore e alla scarsa disponibilità degli Stati membri a limitare le proprie competenze e valutazioni in una materia così sensibile (e tradizionalmente riservata alla valutazione “nazionale”) come è la politica di asilo e immigrazione. Ma il diritto comunitario, confermando il proprio carattere a costruzione progressiva, intendeva perseguire tale più elevato obiettivo, precisamente il regime comune europeo di protezione, entro il 2010.
Con il Libro verde sul futuro regime comune europeo in materia di asilo (COM[2007]301 del 6 giugno 2007), la Commissione ha infatti avviato un ampio processo di consultazione sulla forma che il regime comune europeo d’asilo avrebbe dovuto assumere. Sulla base dei risultati della consultazione è stato elaborato il piano strategico 2008, in cui la Commissione indica tutte le misure che intende adottare per istituire il regime europeo comune in materia d’asilo e i termini fissati per la loro adozione.
Ecco che il 17 giugno 2008 sono stati infatti adottati dalla Commissione la comunicazione “Una politica d’immigrazione comune per l’Europa: principi, azioni e strumenti” e il Piano strategico sull’asilo – Un approccio integrato in materia di protezione nell’Unione Europea”. Anche il Consiglio europeo, riunitosi il 19 e 20 luglio scorso, ha accolto favorevolmente la presentazione, da parte della Commissione, di tale Comunicazione e attende con interesse la prossima proposta di un patto su immigrazione e asilo che sarà presentata dalla Presidenza francese entrante.
Il Consiglio europeo ha accolto con favore anche le conclusioni del Consiglio dell'aprile 2008 sulla cooperazione pratica in materia di asilo e il Piano strategico sull'asilo sottolineando la necessità di continuare a compiere progressi sul futuro sistema europeo comune di asilo per realizzarlo entro il 2010.

Immigrazione:
L’immigrazione è di certo una delle maggiori sfide che l’UE si trova oggi ad affrontare, e la Commissione, adottando questa comunicazione, vuole in primo luogo esporre il proprio punto di vista sullo sviluppo futuro della politica comune europea di immigrazione e, in secondo luogo, invitare il Consiglio europeo ad approvare i dieci principi comuni proposti, accompagnati da una selezione di azioni concrete.
La Commissione richiama da tempo l’attenzione sulla necessità di ricorrere maggiormente a lavoratori immigranti per sostenere l’economia e la competitività dell'UE.
Alla base dei principi comuni esposti nella Comunicazione vi sono due importanti obiettivi: ridurre al minimo il numero di immigrati clandestini e garantire che l’Europa disponga di sufficiente manodopera.
I dieci principi comuni si fondano sui capisaldi del Consiglio europeo di Tampere del 1999, sul programma dell'Aia del 2004 e sull' Approccio globale in materia di migrazione varato nel 2005. Ciascun principio trova espressione concreta in un elenco non esaustivo di azioni da attuare a livello di Stati membri o di Unione Europea.
I dieci principi si fondano su tre assi principali della strategia europea e sono:
Prosperità e immigrazione: 1 - Regole chiare e condizioni di parità. 2 - Incontro tra qualifiche ed esigenze. 3 - Integrazione: la chiave di un'immigrazione riuscita.
Solidarietà e immigrazione: 4 - Trasparenza, fiducia e cooperazione. 5 - Uso efficace e coerente dei mezzi disponibili. 6 - Partenariati con i paesi terzi.
Sicurezza e immigrazione: 7 - Una politica dei visti al servizio degli interessi dell'Europa. 8 - Gestione integrata delle frontiere. 9 - Intensificare la lotta all'immigrazione illegale e tolleranza zero contro la tratta di persone. 10 - Politiche di rimpatrio sostenibili ed efficaci.
Successivamente la Commissione presenterà una relazione annuale in cui verrà descritta la situazione dell’immigrazione nell’UE. Tale documento costituirà la base su cui il Consiglio europeo formulerà raccomandazioni per ulteriori miglioramenti.

Asilo:
Il sistema europeo comune di asilo è stato il frutto di un lungo cammino non ancora concluso.
La prima fase di questo cammino (1999-2004) ha comportato l'adozione di un importante numero di strumenti giuridici che istituiscono norme minime comuni in settori come le condizioni di accoglienza per richiedenti asilo, le procedure di asilo e i requisiti per l'attribuzione della qualifica di persona bisognosa di protezione internazionale, ma anche norme per la determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda d'asilo (il cosiddetto "sistema di Dublino"). Con l’adozione di questo piano strategico la Commissione vuole portare a termine questo cammino.
Il Piano si propone di migliorare la definizione degli standard di protezione, così da raggiungere gli obiettivi ambiziosi fissati dal programma dell'Aia, modificando gli strumenti giuridici esistenti. Riconosce inoltre che, se l'obiettivo è raggiungere la convergenza a livello di decisioni sull'asilo, e quindi pari condizioni di accesso alla protezione in tutta l'UE, allora è necessario che la convergenza giuridica trovi un complemento in meccanismi adeguati di cooperazione pratica (scambio di informazioni e buone prassi, formazioni comuni, ecc.).
Novità:
Una novità importante è rappresentata dall’istituzione di un Ufficio europeo di sostegno per l'asilo che coordinerà le attività di cooperazione pratica. Il piano strategico prevede poi un numero di strumenti per promuovere la solidarietà nei confronti di quegli Stati membri il cui sistema d'asilo sia sottoposto a un onere eccessivo. Propone infine alcune idee per sostenere i Paesi terzi che ospitano un gran numero di rifugiati, fra cui l'istituzione di un sistema di re-insediamento e l'espansione dei programmi di protezione regionale esistenti.
Il Piano fa così risaltare l'importanza di creare nuovi meccanismi di solidarietà fra gli Stati membri e fra l'Unione e i Paesi terzi, elemento fondamentale poiché spesso i Paesi in via di sviluppo mancano delle risorse necessarie per dare sostegno adeguato ai rifugiati.
La Commissione europea intende presentare molte delle proposte descritte fra il 2008 e il 2010. Ci vorranno però circa due anni per negoziare con il Consiglio dei Ministri e il Parlamento europeo la maggior parte delle proposte legislative. E soprattutto dovranno poi passare altri due anni prima che siano attuate a livello nazionale. Sarà invece possibile adottare e attuare in tempi più brevi alcune altre proposte, in particolare quelle riguardanti la cooperazione pratica fra i sistemi nazionali d'asilo o aspetti esterni della politica di asilo.


- Comunicazione “Una politica d’immigrazione comune per l’Europa: principi, azioni e strumenti”
-“Piano strategico sull’asilo – Un approccio integrato in materia di protezione nell’Unione Europea”

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