http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

2.4.09

 

Approfondimento

Il piano europeo per la ripresa economica

La Commissione ha presentato il 26 novembre scorso “A European Economic Recovery Plan for Growth and Jobs”, ossia
il Piano europeo per fronteggiare la crisi in atto. Il Piano identifica, nell’immediato, un insieme di misure volte al sostegno dell’economia reale. Nel medio-lungo periodo, il Piano rimane ancorato, da una parte, al Patto di Stabilità e Crescita e dall’altro alla Strategia di Lisbona per la Crescita e l’Occupazione.
Il Piano si fonda su due pilastri: nell’immediato, significativo rafforzamento del potere d’acquisto delle famiglie, attraverso la tempestiva adozione di un pacchetto fiscale dell’ammontare di 200 miliardi di euro (1,5 del PIL dell’Unione), 170 dei quali dovrebbero essere implementati dai paesi membri e 30 dalla Commissione; nel lungo periodo, rafforzamento della competitività europea, grazie alla convergenza dei governi su una serie di priorità comuni di azioni volte a favorire lo “smart investment”, nell’ambito della
Strategia di Lisbona. Questo ai fini del raggiungimento di una serie obiettivi strategici: (a) sostegno alla domanda e ripristino fiducia dei consumatori, (b) contenimento del “costo umano” della recessione, minimizzando l’impatto della crisi categorie sociali più vulnerabili, (c) in linea con strategia di Lisbona, investimenti in innovazione, costruzione un’economia knowledge-based in vista della successiva ripresa; (d) progressiva trasformazione dell’economia europea in una low carbon economy, con la conseguente riduzione dei consumi energetici.
Secondo la Commissione, la risposta alla crisi richiede appropriato policy mix, che includa interventi in ambito monetario e creditizio, politica fiscale, nonché azioni medio-lungo periodo nell’ottica della Strategia di Lisbona. Con riferimento al primo aspetto, il Piano riconosce ruolo delle politica monetaria rimane cruciale. Alla luce di un rallentamento delle aspettative inflazionistiche periodo per la Commissione rimangono margini ulteriori interventi al ribasso nei tassi di policy da parte della
Banca Centrale Europea. (BCE) Mentre risulta prioritario ricostituire e mantenere stabilità e fiducia nei mercati finanziari, quale prerequisito all’efficacia degli interventi sull’economia reale, nel contempo i tempi sono maturi per operare il ripristino del regolare funzionamento sistema bancario nell’offerta di liquidità e nel sostegno investimenti. Si intende così rafforzare gli interventi operati attraverso le istituzioni finanziarie europee Banca Europea per gli Investimenti, BEI, e Banca Europea per Ricostruzione e lo Sviluppo, BERS, in forme che vanno dai prestiti, alle garanzie, ai finanziamenti in risk-sharing, mobilitando quindi contestualmente fondi pubblici e privati. Nel dettaglio si prevedono interventi addizionali di circa miliardi di euro l’anno per i prossimi 2 anni da parte della di 500 milioni l’anno da parte della BERS.
Alle politiche di bilancio si attribuisce un ruolo stabilizzazione e di sostegno alla domanda, grazie ai margini flessibilità contenuti nel nuovo Patto di Stabilità Crescita. La Commissione propone che il pacchetto fiscale dei paesi membri:
A. sia composto da misure che siano tempestive, temporanee, mirate e, ovviamente, coordinate. Questo per minimizzare i ritardi di implementazione (timely), evitare deterioramenti permanenti nelle posizioni bilancio tali da mettere a rischio la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche (temporary) e rafforzarne l’impatto anticiclico (targeted).
B. combini interventi sul lato della spesa con interventi a riduzione delle entrate. I primi includono una serie di misure a sostegno famiglie, disoccupati e Piccole e Medie Imprese (PMI), ma anche garanzie e sostegno ai prestiti. Dal lato delle entrate si propongono temporanee riduzioni della tassazione indiretta e sul lavoro.
C. rimanga coerente con il Patto di Stabilità Crescita. In questa ottica una manovra fiscale espansiva risulta una risposta adeguata combinarsi di crisi finanziaria e recessione. Qualora l’implementazione della manovra conducesse i paesi membri a superare la soglia del 3 per cento applicherebbero le disposizioni previste dal Patto in presenza di “circostanze straordinarie”.
D. sia accompagnato da interventi strutturali che sostengano la domanda aggregata e rafforzino flessibilità e resistenza al verificarsi di shock avversi all’economia, massimizzando le probabilità di uscire dalla crisi in tempi brevi. Tra questi si considerano misure a sostegno del potere d’acquisto attraverso il miglioramento del funzionamento dei mercati, della competitività, della flessibilità nel mercato del lavoro, della riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese.

Quanto agli interventi di medio-lungo termine il Piano della Commissione si articola in 10 punti e contempla l’adozione di misure e iniziative sia da parte degli stati membri, sia della Commissione stessa nelle quattro aree prioritarie della strategia di Lisbona (persone, imprese, infrastrutture ed energia, ricerca e innovazione). In particolare, per quanto riguarda le persone, la Commissione propone la semplificazione dei criteri per l’accesso al
Fondo Sociale Europeo e revisione delle norme e bilancio dello European Globalization Adjustment Fund; la riduzione, da parte degli stati membri, degli oneri a carico dei datori di lavori sui redditi più bassi, al fine di favorire l’impiego dei lavoratori con bassi skills;
Con riferimento alle imprese, la Commissione suggerisce che gli stati membri utilizzino pienamente le possibilità offerte dalle nuove regole per gli aiuti di stato, regole che garantiscono il level playing field, assicurando che aiuti di Stato vengano utilizzati per sostenere gli obiettivi Lisbona, quali R&D, innovazione, tecnologie pulite ed efficienza energetica. A tal fine la Commissione implementerà misure volte ad accelerare la tempistica della valutazione di conformità degli aiuti di stato erogati dagli stati membri. Inoltre, in considerazione della stretta creditizia atto, la Commissione autorizzerà, temporaneamente, gli stati membri a concedere aiuti sui finanziamenti alle PMI. In particolare, verrebbero autorizzati dalla Commissione: a) la concessione di aiuti fino al 50 per cento del premio per le garanzie sui prestiti; b) aiuti fino al 50 per cento per le PMI (e 25 per cento per le grandi imprese) del tasso di riferimento sui prestiti per investimenti nei settori manifatturieri che rispettano determinati standard di protezione ambientale. Inoltre la Commissione, sempre temporaneamente, autorizzerà gli stati membri ad aumentare la contribuzione statale al capitale di rischio dal massimo attuale di 1,5 milioni di euro ad un nuovo massimo di 2,5 milioni di euro. Agli stati membri viene suggerita l’adozione di misure volte alla riduzione del carico amministrativo sulle imprese alla promozione della imprenditorialità. Infine Commissione propone un incremento dell’attività della BEI(10 miliardi di euro in più) a favore delle piccole e medie imprese.

Nel campo delle infrastrutture ed energia sono prioritari l’accelerazione degli investimenti per modernizzare le infrastrutture europee (compresa la banda larga), miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, la promozione dei prodotti e servizi “verdi”. La Commissione proporrà la riduzione dell’IVA tali prodotti, mentre gli Stati membri sono invitati introdurre nuovi requisiti di performance e incentivi consumatori.
Per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione ribadisce la necessità quanto di un incremento degli investimenti degli Stati membri e del settore privato in R& Gli Stati membri dovrebbero fornire, inoltre, incentivi fiscali, aiuti o sussidi (nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato) al settore privato. Si suggerisce agli Stati membri mantenere gli investimenti volti ad aumentare la qualità dell’istruzione. La Commissione propone, infine, costituzione di tre partnership tra pubblico e privato per sviluppo delle tecnologie pulite, in particolare nel settore delle costruzioni e automobilistico, che sono tra i più colpiti dalla crisi. La Commissione propone infatti per il settore automobilistico il varo di una “
European green cars initiative, finanziata dalla Commissione, dalla BEI, dall’industria e dagli stati membri (5 miliardi), che contempli misure sulla domanda e sulla offerta. Per il settore delle costruzioni viene proposta un‘iniziativa “European energy efficient buildings’ ” (1 miliardo) per la promozione tecnologie verdi e materiali con qualità energy-efficient nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni. Infine, una “Factories of the future initiative” (1,2 miliardi) per aiutare le imprese manifatturiere europee ad adottare le tecnologie del futuro.


Steps futuri
Cinque, cinquanta, settantacinque, sono le tre cifre che riassumono l'accordo raggiunto dai leader UE a Bruxelles durante il Consiglio europeo, nel tentativo di contrastare l'aggravarsi della crisi finanziaria ed economica. Cinque sono i miliardi presi dai fondi Ue non spesi per finanziare una lista di grandi opere nel settore dell'energia; c'è poi il raddoppio da 25 a 50 miliardi di euro del fondo per aiutare i Paesi dell'Europa centro orientale più in difficoltà; infine, 75 miliardi di euro che l'Ue è pronta a mettere sul piatto del G20 come contributo al raddoppio della dote dell'
Fmi. Nessun piano di salvataggio, invece, per aiutare i Paesi della zona euro che potrebbero rischiare la bancarotta: con Bruxelles che si dice però pronta a intervenire in caso di necessità. I 27 leader dell'Ue il prossimo 2 aprile porteranno al G20 di Londra una posizione comune, adottata all'unanimità: dal rafforzamento della regolamentazione e della vigilanza sui mercati, alla lotta ai paradisi fiscali, a quello del ruolo dell'Fmi sul fronte della prevenzione delle crisi e del sostegno ai Paesi più in difficoltà.

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