http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

11.2.08

 

Approfondimento

Pacchetto legislativo per la lotta ai cambiamenti climatici

Analisi di contesto
Il tema dell’energia è da sempre al centro delle agende delle principali assisi europee. La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) e la Comunità Europea per l’Energia Atomica (EURATOM), primi nuclei dell’odierna UE ne sono vivida testimonianza. Nondimeno, la funzione dell’energia nelle politiche comunitarie è stata oggetto di un profondo ripensamento nei decenni, imposto dal cambiamento dei contesti geopolitici e geoeconomici. Se l’incipiente politica energetica era il volano della ricostruzione post-bellica e di una crescita economica, il cui unico indicatore era l’aumento percentuale del PIL, la diffusione del concetto di “sostenibilità” ha prescritto approcci e modelli innovativi di sviluppo economico. I dibattiti politici internazionali, i richiami delle comunità scientifiche e delle ONG hanno palesato la necessità di rivedere il modello europeo di sviluppo economico, spingendo la Commissione a presentare nel 2006 il Libro Verde: una strategia europea per un'energia sostenibile competitiva e sicura. Il Consiglio Europeo della successiva primavera chiese alla Commissione di presentare una proposta per una strategia comune in campo energetico. Pertanto, nel gennaio 2007 è stata pubblicata la Comunicazione “una politica energetica per l’Europa”, contenente un piano d’azione con una serie di obiettivi ambiziosi. La comunicazione è stata esaminata dal Consiglio Europeo di primavera che, nelle Conclusioni della Presidenza (punti 27-39 e allegato I), ha orientato i futuri passi della Commissione, inserendoli nel più ampio contesto della Strategia di Lisbona. Il varo del pacchetto legislativo avvia il processo decisionale, proprio alla vigilia della seconda settimana europea per l’energia sostenibile (28 gennaio – 1 febbraio), nella quale sono previste una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini europei.

Le misure contenute nel pacchetto legislativo
L’emissione di gas serra nell’atmosfera causa il surriscaldamento del globo alimentando disastri quali la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacci e il cambiamento climatico, con conseguenze a volte devastanti, non solo per le specie naturali, ma anche per l’agricoltura. Il pacchetto legislativo approvato il 23 gennaio contiene una proposta di modifica della direttiva sul sistema di scambio delle quote di emissioni (ETS), una proposta per la riduzione dei gas serra provocati dai settori non coperti dal precedente sistema, una proposta per incrementare l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, una nuova disciplina in materia di aiuti di stato e una proposta e una comunicazione sulle attività di cattura e stoccaggio del carbonio. Il Protocollo di Kyoto è sempre stato nella percezione europea un trampolino di lancio verso obiettivi più ambiziosi, da incorporare in convenzioni internazionali vincolanti. Dando seguito alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Bali (dicembre 2007) e in previsione del prossimo incontro nel 2009 a Copenhagen, non a caso sede dell’Agenzia Europea per l’Ambiente , l’UE precisa la propria posizione negoziale a favore di una riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera del 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Non solo, ma, indipendentemente dall’esito dei negoziati, la Commissione ha già assunto un impegno preciso nella proposta di direttiva a ridurre del 20% le emissioni complessive di gas serra rispetto al 1990. Il citato pacchetto concreta questa posizione ambiziosa in precise disposizioni legislative. Rientra in questo quadro la riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS), attivo dal gennaio 2005 sulla base della direttiva 87/2003. Nello specifico, il sistema è esteso a nuovi gas serra (prima era limitato alla sola anidride carbonica) e coprirà il 40% delle emissioni comunitarie complessive di gas serra. Le quote immesse sul mercato saranno progressivamente ridotte per garantire una riduzione delle emissioni del 21% entro il 2020, avendo il 2005 come anno di riferimento. Gli introiti del sistema saranno a destinazione vincolata e andranno parzialmente agli Stati membri per la promozione delle energie rinnovabili e in parte saranno impiegate nella cooperazione allo sviluppo comunitaria per la lotta ai cambiamenti climatici. Nei settori che non rientrano nel sistema di scambio quote (agricoltura, trasporti, edilizia, rifiuti), l’UE prevede di ridurre del 10% entro il 2020 le emissioni di gas serra rispetto al 2005. La Commissione ha predisposto obiettivi nazionali vincolanti che prevedono, nel caso dei paesi dell’est europeo, persino la possibilità di aumentare il livello delle emissioni rispetto all’anno parametrico 2005. La banda di oscillazione va dal –20% di Lussemburgo, Danimarca e Irlanda al +20% accordato alla Bulgaria. L’Italia sarà chiamata a ridurre le emissioni del 13%. Per quanto concerne il bilanciamento della domanda energetica comunitaria, attualmente solo l’8,5% è prodotto da fonti energetiche rinnovabili. L’Unione intende raggiungere una quota del 20% entro il 2020, con un aumento del 11,5%. La proposta di direttiva indica le modalità per raggiungere questo risultato, imponendo obblighi vincolanti agli Stati membri. Segnatamente l’Italia dovrà passare dal 5,2% del 2005 al 17% nel 2020, una percentuale più che tripla. Si tratta di un’occasione che le PMI operanti nel settore dovranno essere capaci di cogliere, in un mercato dove altri Stati europei sono già avanzati (in Svezia quasi il 40% dell’energia impiegata proviene da fonti rinnovabili, in Lettonia il 34,9%). Ulteriore obiettivo riguarda la sostenibilità dei trasporti e potrebbe avere forti implicazioni sui piani per la costruzione delle infrastrutture, sulla promozione della logistica intermodale e sulle abitudini dei cittadini. L’ambizione è il raggiungimento di una percentuale, identica per tutti gli Stati membri, del 10% per l’uso di biocarburanti. Infine, la Commissione ha adottato una nuova disciplina in materia di aiuti di stato, che estende l’ambito e l’intensità degli aiuti, fissando nel contempo un importante equilibrio tra tutela ambientale e rischio di distorsioni della concorrenza.

Prospettive future
In ossequio alla procedura di codecisione, il pacchetto di provvedimenti legislativi passa ora all’esame del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione per la prima lettura. La Commissione avrà il compito di monitorare l’iter decisionale e, se del caso, di sfruttare in qualunque momento il suo potere di ritirare la proposta e presentarla nuovamente, magari emendata in alcune sue parti. La speranza recondita è che il percorso decisionale vada rapidamente in porto e l’intero pacchetto entri in vigore all’inizio del 2009. Emma Bonino, ministro per le politiche comunitarie, ha espresso apprezzamento per le forti posizioni abbracciate dalla Commissione, ma anche la considerazione che gli impegni per l’Italia sembrano eccessivamente onerosi e richiederanno una radicale e repentina trasformazione del sistema industriale nazionale.
Notizia
Portale dedicato al pacchetto energia
Comunicato Stampa del Ministero
Scheda descrittiva energie rinnovabili per l’Italia

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