http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

19.6.08

 

Approfondimento

Rapporto sull’utilizzo dei finanziamenti tematici comunitari

Il Ministero per le Politiche Comunitarie ha commissionato al CENSIS un rapporto sull’utilizzo dei finanziamenti tematici comunitari in Italia nel periodo 2002-2006. Il rapporto, intitolato “L’Europa, una sfida continua”, riguarda i fondi comunitari a gestione diretta, ovvero quei fondi per i quali si instaura un rapporto diretto tra Commissione Europea e beneficiari, ben distinti da fondi a gestione indiretta, in cui tale rapporto è mediato dalle autorità statali e/o regionali, che sono responsabili della gestione finanziaria dinanzi alla Commissione. Il Ministro Bonino ha sottolineato che il rapporto dimostra come “il sistema Paese non è ancora sufficientemente organizzato per cogliere le opportunità che l’Europa ci offre” e che sussistono “vincoli strutturali che si trascinano nel tempo”. L’obiettivo del rapporto è proprio quello di mettere in evidenza i punti di forza e di debolezza della partecipazione italiana ai programmi comunitari a gestione diretta e, a scopo analitico, sono state identificate cinque macro-ambiti di intervento: società dell’informazione, ricerca e sviluppo sui temi dell’energia e dell’ambiente, ambito sociale, sostegno alle imprese, cooperazione allo sviluppo.

Società dell’informazione. La comunicazione “i2010” sottolinea il modo in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) contribuiscono allo sviluppo della società, dell’economia e al miglioramento della qualità di vita. È quindi uno strumento importante nel monitoraggio dello stato di attuazione della Strategia di Lisbona. La posizione italiana nella graduatoria europea non è delle più rosee, giacché su 29 Paesi considerati, l’Italia si colloca nelle prime dieci posizioni solo per 7 indicatori su 44. Le peggiori performance riguardano la cittadinanza digitale e la situazione è confermata dal Rapporto EITO 2007, che colloca l’Italia alla periferia della mappatura geo-economica mondiale. Tuttavia, è di conforto il grado di partecipazione italiana ai programmi tematici comunitari afferenti a quest’ambito: prima per progetti presentati e partecipanti in eTen, programma rivolto a consorzi pubblico-privati per la fornitura di servizi elettronici, seconda per partecipazione e finanziamenti in eContent, e prima per progetti presentati e partecipanti nell’asse “ricerca e innovazione” del VI programma quadro. In tutto sono 1478 i progetti con almeno un partner italiano per un finanziamento totale di circa 866 milioni di euro.

Ricerca e sviluppo sui temi dell’energia e dell’ambiente. Il tema della sicurezza energetica era già stato affrontato dalla CE nel 2000 con un Libro verde (“Verso una strategia europea di sicurezza dell’approvvigionamento energetico”), in cui veniva sottolineato il problema dell’elevato tasso di dipendenza dei Paesi dell’UE da Paesi extra – UE. Nel 2006 la CE ha adottato un nuovo Libro verde: “Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura”, contenente le nuove linee d’azione dell’UE in campo energetico. I tre obiettivi prioritari individuati per una politica energetica dell’UE sono: sviluppo sostenibile, competitività e sicurezza dell’approvvigionamento, che si intrecciano con gli obiettivi fissati dalla Strategia di Lisbona.
Sono stati due gli assi prioritari del passato 6° Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (2002-2006) riconducibili al tema in esame: sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi e Euratom. Il primo asse ha visto una significativa partecipazione del nostro Paese: l’Italia è riuscita a catalizzare complessivamente 212 milioni di euro, collocandosi al quinto posto in Europa. Mentre per quanto riguarda il programma Euratom, l’Italia occupa soltanto la decima posizione.
Anche l’Agenzia esecutiva per l’energia intelligente in Europa attua programmi di aiuti finanziari nel settore energetico. All’interno del programma IEE (Intelligent Energy Europe), istituito nel 2003 e dotato di una disponibilità finanziaria per il periodo 2003-2006 di 200 milioni di euro, che mirava a favorire uno sviluppo economico sostenibile basato sul rispetto dell’ambiente e lo sfruttamento di energie ricavate da fonti rinnovabili, la posizione dell’Italia, sebbene non figuri ai primi posti, appare discreta. Diversi altri programmi di iniziativa comunitaria hanno alimentato in questi anni la ricerca e la sperimentazione sui temi della sostenibilità ambientale. Si pensi, ad esempio, al programma Life, uno strumento finanziario a sostegno di progetti volti a preservare l’ambiente. Il numero di progetti con capofila italiano ammessi a finanziamento nel periodo 2000-2006 è pari a 37 (sui 191 complessivi). Nel complesso, i progetti partecipati da soggetti italiani in qualità di coordinatori o di partner sono 48, un numero a cui si avvicinano solo Spagna (42), Irlanda (42) e Regno Unito (41).
In conclusione, i programmi a valenza ambientale, in cui il territorio assume la massima centralità e i soggetti territoriali riescono a cogliere con dinamicità le opportunità in essere, determinano un riallineamento della presenza italiana, che al contrario risulta piuttosto debole nelle filiere di ricerca e trasferimento tecnologico ad alta specializzazione.

Ambito sociale. Una delle esperienze più rilevanti sotto il profilo della mobilitazione dei soggetti sociali e degli interventi progettuali è quella legata al programma comunitario Equal: un laboratorio di idee al servizio delle strategie europee per l’occupazione e l’inclusione sociale. La fonte di finanziamento è il Fondo sociale europeo. Dati della Banca Dati Comune di Equal (ECDB) mostrano che per le 5 aree tematiche prioritarie in cui si articolava il Programma (inserimento nel mercato del lavoro e prevenzione dei fenomeni di razzismo occupabilità, creazione d’impresa ed economia sociale imprenditorialità, formazione continua adattabilità, conciliazione dei ritmi di vita familiare e professionale nonché riduzione delle disparità di genere in campo lavorativo pari opportunità e misure per i richiedenti asilo), tra il 2001 e il 2006 sono stati finanziati a livello europeo 3.357 progetti.
Nel confronto internazionale, l’Italia risulta essere il Paese con il più elevato grado di partecipazione al programma Equal; con 696 progetti, pari a quasi il 21% del totale, si colloca al primo posto in Europa per numero di progetti finanziati. Tra i diversi programmi comunitari a cui l’Italia ha aderito con specifici progetti in ambito sociale, appare opportuno citare i casi relativi al Programma Agis, al Programma Argo ed al Programma Daphne.

Sostegno alle imprese. La politica industriale europea sembra tarata, più di quanto non accada nel nostro Paese, su un modello di azienda multiforme, che necessita di adeguati processi di accompagnamento all’estero, di interventi mirati sul capitale di rischio, di sostegno alle politiche commerciali. Per poter comprendere la qualità della partecipazione delle imprese italiane alle azioni di sviluppo dell’UE, bisogna analizzare i dati relativi al 6° Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico e alcuni dati su due programmi di rilievo, quali e-TEN, finalizzato alla diffusione di servizi legati alle tecnologie dell’informazione e Asia-Invest per la penetrazione delle imprese europee nei mercati asiatici. I dati disponibili al riguardo rivelano un tasso di partecipazione apprezzabile. Il numero elevato di richieste di finanziamento con almeno un partecipante italiano testimonia di un diffuso interesse nel nostro Paese ad interventi di ampia e complessa portata come i Programmi Quadro per l’attività di ricerca connessa alle tecnologie. Il contenuto tasso di successo dei progetti italiani (cioè quelli ammessi a finanziamento rispetto al totale di quelli presentati) è da attribuirsi in primo luogo ad una sostanziale debolezza nella progettazione e definizione dei contenuti dell’intervento che si intende porre in essere.

Cooperazione allo sviluppo. L’Italia è uno dei primi contribuenti dell’UE, ma non è uno dei primi beneficiari dei fondi che questa mette a disposizione. Il bilancio sul volume di contributi ottenuti attraverso la cooperazione, è chiaramente negativo e l’Italia evidenzia oggi una tendenza a cogliere opportunità economiche dai volumi ridotti. La capacità partenariale risulta di buon livello: gli italiani sanno partecipare ad azioni con numerosi partner di diversi Paesi. La distribuzione geografica dei partecipanti è parecchio sbilanciata: i soggetti italiani che fanno cooperazione risiedono in netta prevalenza nelle regioni del Centro Nord, in particolare Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Un’attenzione particolare va prestata alla cooperazione decentrata tra sistemi locali. Le Regioni in particolare sono molto vitali e interessate a sviluppare attività di cooperazione internazionale, sebbene ci sia una notevole variabilità tra una Regione e l’altra. Ma anche gli enti locali sono interessate alla cooperazione: ormai il 90% delle Province ha un ufficio che si occupa di politiche europee e di cooperazione internazionale. I temi che vedono più spesso coinvolti soggetti italiani variano molto, anche a seconda della tipologia degli enti attuatori: per le Regioni i temi di maggiore interesse sono il sostegno dei processi di internazionalizzazione delle aziende; il recepimento e la gestione dei flussi migratori; l’appoggio delle comunità di italiani all’estero; le attività di cooperazione con i paesi in via di sviluppo propriamente detta.Le Province, invece, sono particolarmente interessate a cooperare sui temi di loro competenza: formazione professionale, ambiente, lavoro, politiche giovanili, cultura. Cresce però l’interesse per temi come energia e ambiente.


Intervista al Ministro Bonino
Rapporto CENSIS
Sintesi del rapporto CENSIS

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