http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

10.7.07

 

Approfondimento

Le Politiche europee per l'immigrazione


Nonostante le misure restrittive applicate negli anni ’70, numerose reti di traffico illecito e di tratta di esseri umani si sono sviluppate nell’UE in questi ultimi anni. Notevoli risorse sono state mobilitate per combattere l’immigrazione clandestina e, in particolare, i trafficanti. D’altra parte, bisogna riconoscere che gli immigrati sono necessari all’UE in quanto rispondono ai bisogni economici e demografici di certi settori e regioni.
Tutti gli Stati membri dell’UE sono interessati da flussi migratori internazionali: è stata perciò riconosciuta la necessità di una linea d’azione comune per gestire la problematica dell’immigrazione in Europa.
Nella prima parte del presente approfondimento sarà analizzata la programmazione del periodo 1999-2004, gestita secondo il programma di Tampere, di cui sintetizziamo i provvedimenti principali; la seconda parte sarà dedicata invece ai principali sviluppi delle politiche riguardanti l’immigrazione negli ultimi anni, delineati dal programma di La Haye.
Il programma di Tampere (1999-2004):
I capi di Stato e di governo riunitisi a Tampere (Finlandia) nell’ottobre 1999 hanno deciso di definire una politica comune, armonizzando le attuali normative nazionali e regolamentando i flussi d'immigrazione in base alle esigenze dell’economia e alla capacità dell’UE di assorbire e integrare nuovi arrivi di immigranti.
Sono state avanzate proposte per definire i criteri di accettazione degli immigranti legali nell’UE, per promuovere l’integrazione degli immigranti e per contenere l’immigrazione illegale e la tratta di esseri umani.
Il programma di Tampere ha adottato il piano d’azione del consiglio e della Commissione del 3 dicembre 1998, riguardante le modalità ottimali di messa in atto delle disposizioni del trattato di Amsterdam relative all’organizzazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
Uno dei primi provvedimenti della Commissione in questo settore è stata la presentazione di una proposta di direttiva sulle condizioni di ammissione e di soggiorno dei lavoratori provenienti da Paesi Terzi; tuttavia, a causa di divergenze tra gli Stati membri sulla questione, la negoziazione non ha portato all’adozione di un testo legislativo.

I principali successi del programma di Tampere sono stati i seguenti:
- Ricongiungimento familiare: nel settembre 2003 è stata adottata la direttiva sul diritto alla riunificazione familiare (2003/86/CE), il primo strumento legale nel campo dell’immigrazione, che stabilisce le condizioni secondo cui i cittadini di un paese terzo, legalmente residenti in uno degli Stati membri, hanno il diritto di far giungere nell’UE i familiari (coniugi e figli minori).
- Residenza: nel novembre 2003 è stata adottata una direttiva sullo status di residenti di lungo periodo (2003/109/CE), secondo la quale i cittadini di paesi terzi che hanno vissuto legalmente nell’UE per un periodo di almeno cinque anni hanno diritto al pari trattamento in gran parte dei campi economici e sociali, compreso (pur sotto determinate condizioni) il diritto di spostarsi in un altro Stato membro per ragioni di lavoro, studio o altro. - Studenti: le condizioni di ammissione e soggiorno di studenti, tirocinanti non retribuiti e collaboratori nel settore del volontariato provenienti da paesi terzi sono regolate dalla direttiva 2004/114 presentata nel dicembre del 2004 ed entrata in vigore il 12 gennaio 2005.
- Integrazione e impiego: nel giugno del 2003 la Commissione ha adottato la comunicazione comunicazione sull’immigrazione, l’integrazione e l’impiego, volta a rinforzare l’impegno degli Stati membri per l’integrazione degli immigrati. Sempre nel 2003, la Commissione ha pubblicato una comunicazione in cui si sottolinea la necessità di aumentare i flussi migratori per rispondere alle future esigenze del mercato del lavoro dell’UE, in particolare considerando le previsioni sul declino della popolazione in età lavorativa nell’UE, successivamente al 2010. Nel luglio 2004 viene presentata la prima relazione annuale della Commissione su immigrazione e sull'integrazione in Europa, secondo la quale l’integrazione degli immigranti passa attraverso l'accesso al mercato del lavoro e l'incremento delle conoscenze linguistiche e didattiche degli stessi.
- Immigrazione clandestina: l’UE è fortemente favorevole a una politica generale in tale campo; nel 2002 è stato adottato un Piano globale di lotta all’immigrazione clandestina e sul rimpatrio.
- Immigrazione economica: nel secondo semestre del 2004, con la pubblicazione di un libro verde sull’approccio comunitario alla gestione dell’immigrazione economica, che riprende la proposta di direttiva adottata dalla Commissione nel 2001, viene riaperto il dibattito sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro retribuito e attività economiche in proprio.
Queste norme non valgono per la Danimarca, che si è chiamata fuori dal titolo IV del Trattato che istituisce la Comunità Europea. L’Irlanda e il Regno Unito hanno conservato il diritto di decidere di volta in volta se accettare la legislazione comunitaria sull’immigrazione.

Ultimi sviluppi:
L’approccio di Tampere è stato interinato nel 2004, con l’adozione del programma di La Haye, che fissa gli obiettivi di libertà, sicurezza e giustizia per l’UE per il periodo 2005-2010.
I principali sviluppi in questi ultimi anni sono i seguenti:
- Studenti e ricerca: il 12 ottobre 2005 la commissione ha adottato la direttiva 2005/71, destinata ad entrare in vigore nel dicembre 2007, riguardante una procedura di ammissione specifica per i ricercatori provenienti da Paesi Terzi, per soggiorni a fini scientifici.
- Immigrazione legale: nel settembre 2005 la Commissione ha adottato la comunicazione “Immigrazione e sviluppo: orientamenti concreti”, che presenta una serie di iniziative volte allo sviluppo e al progresso concreto.
La consultazione ha condotto all’adozione di un “programma d’azione relativo all’immigrazione legale”.
- Immigrazione clandestina: nel settembre 2005 è stata adottata una proposta di direttiva sulle norme comuni applicabili negli stati membri e al rimpatrio degli immigranti clandestini, con l’obiettivo di creare regole comuni e trasparenti, nel rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali degli interessati. Ha fatto seguito, nel luglio 2006, l’adozione, da parte della Commissione, di una comunicazione concernente le priorità della lotta all’immigrazione clandestina, secondo la quale le azioni volte a migliorare il controllo delle frontiere esterne o l’effettivo rimpatrio nei paesi d’origine delle persone che soggiornano illegalmente dovrebbero essere accompagnate da un dialogo sistematico con i paesi terzi sulla gestione della migrazione e dalla conclusione di accordi di riammissione comunitari del genere di quelli in vigore con Hong Kong, Macao, Sri Lanka e Albania. La cooperazione in altri settori è incentrata sulla lotta alla tratta di esseri umani e sul maggior impiego delle nuove tecnologie per produrre documenti di viaggio e di identità più sicuri. Altre importanti misure per il conseguimento di risultati positivi in questo campo riguardano più direttamente gli operatori sociali ed economici, basti pensare alle iniziative per la lotta al lavoro in nero. In più, la Comunità Europea cerca di raccogliere dati più attendibili sui flussi migratori, con l’intento di valutare le misure già adottate e di esaminare nuove possibilità di intervento.
- Integrazione: nel settembre 2005 la Commissione ha adottato una comunicazione dal titolo “Programma comune per l'integrazione - quadro relativo all'integrazione dei paesi terzi nell'Unione Europea”, che propone nuove piste d’azione sia a livello nazionale che comunitario. Gli stati membri sono incoraggiati ad aumentare gli sforzi volti a elaborare strategie di integrazione nazionale esaustive. Nel giugno 2006 la Commissione ha presentato il Secondo Rapporto Annuale sull'immigrazione e l'integrazione,che fornisce una visione globale delle correnti di immigrazione nell’UE, un’analisi dei cambiamenti e delle azioni intraprese a livello nazionale ed europeo nel 2004. Inoltre l’UE, tramite i Punti di contatto nazionali per l’integrazione istituiti nel 2002, promuove attivamente lo scambio di informazioni sull’integrazione; è stato infine predisposto un quadro giuridico per combattere i fenomeni in grado di vanificare il processo di integrazione, quali la discriminazione, il razzismo e la xenofobia.

Se tutti gli Stati membri ratificassero il progetto di trattato costituzionale la definizione della politica europea di immigrazione acquisterebbe sicuramente slancio, poiché le decisioni sarebbero prese a maggioranza qualificata nel Consiglio, in codecisione con il Parlamento.

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