http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

17.9.08

 

Approfondimento

La posizione europea sul rapporto tra cambiamento climatico e imprese

Il documento sulla Strategia politica annuale per il 2009 elaborato dalla Commissione Europea pone fra le azioni prioritarie per il prossimo anno la lotta ai cambiamenti climatici e sulla costruzione di un’Europa sostenibile. La Commissione si pone come obiettivo quello di confermare il ruolo di leadership assunto dall’Unione Europea nel processo di negoziazione a livello internazionale, avviato dalla Conferenza di Bali sul cambiamento climatico del 2007, per la stipula di un accordo mondiale all’indomani del 2012. L’Unione Europea per giungere preparata a quest’evento dovrà adottare misure concrete, procedendo da un lato, alla promozione di una politica sostenibile dei consumi e dell’industria in Europa, e dall’altro, all’implementazione della fase di attuazione del Pacchetto energia e cambiamento climatico. Il Pacchetto prevede l’applicazione del rinnovato sistema di scambio dei diritti d’emissione, l’introduzione della nuova normativa sulle fonti rinnovabili, la realizzazione del piano d’azione sull’efficienza energetica e la messa a punto di tecnologie a bassa emissione di carbonio. Un focus particolare è riservato anche alla conservazione della biodiversità. In materia di energia e cambiamenti climatici, l’intervento integrato predisposto dall’UE si pone ambiziosi e concreti obiettivi da conseguire per il 2020, quali la riduzione del venti per cento dei gas ad effetto serra, la diminuzione del venti per cento dei consumi energetici tramite l’aumento dell'efficienza energetica e l’incremento della stessa percentuale nell’utilizzo di fonti rinnovabili.

La responsabilità delle imprese

Il lungo impegno dell’Unione Europea in questo settore trova solide fondamenta nella definizione di una strategia climatica realistica che si propone di sviluppare un vero e proprio ripensamento radicale dei modelli di produzione e di consumo energetico, pur nell’ottica di promozione della crescita economica e dell’occupazione. Il fine ultimo è quello di contenere l’aumento della temperatura a 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale. Il nuovo approccio europeo in realtà punta in modo innovativo ad anticipare la rivoluzione energetica, evidenziando quali e quanti vantaggi si offrono sul fronte delle imprese e della ricerca dalla riduzione della dipendenza dalle importazioni dall’esterno di combustibili fossili e dalle conseguenti fluttuazioni ed incertezze del mercato energetico. La responsabilizzazione delle imprese senza comprometterne la competitività, infatti, è uno dei cavalli di battaglia della politica climatica comunitaria. Secondo il principio del “chi inquina paga” già enunciato nel Trattato che istituisce la Comunità Europea, alle aziende è posto l’obbligo di tener conto dell’impatto delle attività produttive sull’ambiente e di porre in essere iniziative in grado di ridurne la portata. Per meglio definire un quadro comune d’azione, nel 2004 il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno emanato la direttiva sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (2004/35/CE). A partire da una definizione non ambigua di danno ambientale, il documento si struttura nell’enunciazione del campo di applicazione e del regime di responsabilità.
Ai sensi della direttiva, i danni ambientali vengono raggruppati in tre categorie distinte:
1. i danni diretti o indiretti arrecati all'ambiente acquatico coperto dalla legislazione comunitaria in materia di gestione delle acque;
2. i danni diretti o indiretti arrecati alle specie e agli habitat naturali protetti a livello comunitario dalla direttiva Uccelli selvatici del 1979 e dalla direttiva Habitat del 1992;
3. la contaminazione diretta o indiretta dei terreni che crea un rischio significativo per la salute umana.
Stabilito un rapporto di causalità tra il danno ambientale rilevato e l’attività professionale, si applica il principio di responsabilità e l’autorità competente designata da ciascuno Stato membro impone all'operatore interessato di adottare le misure di riparazione idonee. Nel caso in cui emerga una minaccia incombente di danno ambientale, vi sono due strade perseguibili per la prevenzione: o l’adozione diretta di misure preventive idonee o l’implementazione di queste da parte dell’autorità nazionale competente e il recupero successivo delle spese sostenute. Altro elemento degno di nota è l’applicazione di due regimi di responsabilità diversi a seconda della tipologia di attività professionale coinvolta. Se si tratta di attività produttive effettivamente o potenzialmente pericolose (elencate nell’allegato III della direttiva), l’operatore interessato può essere considerato responsabile anche se non ha commesso errori. La responsabilità si applica ad attività professionali diverse da quelle sopracitate, quando un danno o una minaccia imminente di danno viene causato alle specie e agli habitat naturali protetti dalla legislazione comunitaria: l’operatore sarà messo in causa solo in caso di commissione di un errore o di una negligenza.

Le sovvenzioni per le imprese

Al fine di implementare in modo funzionale gli obiettivi posti dalla politica comunitaria, nel documento “Energy Policy for Europe”del 2007, è scritto che è indispensabile promuovere le iniziative locali che si propongono di sviluppare sistemi per un uso più efficiente dell’energia ed un miglior impiego delle fonti rinnovabili. L’offerta di sovvenzioni e finanziamenti che l’Unione Europea mette a disposizione per progetti che si propongono di lavorare secondo modalità innovative nei settori dell’ambiente e dell’energia risulta essere particolarmente articolata. L’assistenza finanziaria si indirizza prioritariamente in tre ambiti d’azione: i programmi per l’energia e i trasporti, i programmi per l’ambiente e i programmi per la ricerca e l’innovazione. A seconda dei singoli inviti a presentare proposte o degli appalti pubblici concessi, i beneficiari possono essere tanto ricercatori indipendenti, quanto organizzazioni non governative e piccole e medie imprese con sede legale in uno dei paesi comunitari. Le opportunità di servirsi di strumenti finanziari e di gestione destinate direttamente alle aziende private è molto ampia. Per un’analisi più dettagliata si rimanda al seguente link, “Disposizioni generali”, di seguito si approfondirà il secondo bando per la presentazione di proposte per la procedura di selezione del programma LIFE +, strumento finanziario per eccellenza per l’ambiente, che costituisce uno dei capisaldi della politica ambientale europea. Il 15 luglio 2008 la Commissione Europea ha pubblicato l’invito rivolto ad enti pubblici e/o privati, organizzazioni, persone giuridiche, soggetti e istituzioni registrati negli Stati membri dell’Unione Europea. La deadline è fissata per il prossimo 21 novembre per la presentazione dei progetti alle autorità nazionali competenti, che nel caso italiano è il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il co-finanziamento per i progetti sarà pari al 50% dei costi totali ammissibili del progetto. Per poter superare la selezione è necessario che le proposte sottoposte al giudizio di ammissibilità si richiamino alle priorità stabilite a livello nazionale. Con l’obiettivo di facilitare l’integrazione dell’ambiente nelle altre politiche e di contribuire allo sviluppo sostenibile nell’Unione Europea, il programma LIFE + si distingue in tre macro aree d’intervento, per ciascuna delle quali sono stabiliti programmi strategici pluriennali e linee guida specifiche: natura e biodiversità, politica e governance ambientali ed informazione e comunicazione. Si richiama in particolar modo l’interesse verso il miglioramento delle prestazioni ambientali delle piccole e medie imprese.

Sesto programma di azione per l’ambiente
Le buone pratiche del 2007 (in inglese)
Climate action (sito di approfondimento e divulgazione sulla strategia dell'Unione Europea in materia di energia e cambiamenti climatici)

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