http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Lo spazio Schengen

25.2.08

 

Lo spazio Schengen

Viaggiando sull’autostrada da Graz verso Vienna, poco dopo essersi lasciati alle spalle il vasto bacino del Danubio, ci troviamo davanti a un trivio. Proseguendo in direzione est raggiungiamo rapidamente Bratislava, svoltando a sud ci attende la sontuosa Ungheria e a nord il castello di Mikulov è pronto a darci il benvenuto in Repubblica Ceca. Qualunque fosse la direzione prescelta, il conducente era consapevole che, se voleva proseguire, doveva avere i documenti di viaggio nel cruscotto. Infatti, il posto di blocco alla frontiera era un destino comune. Ma la situazione negli ultimi vent’anni è cambiata più volte. Se ancora alla fine degli anni ottanta era necessario richiedere il visto all’ambasciata, negli anni novanta era sufficiente il passaporto. Con l’allargamento dell’UE del 1° maggio 2004 si era instaurato un doppio regime, in base al quale i cittadini di Stati già membri potevano circolare con un semplice documento di identità, mentre ai nuovi cittadini europei era ancora richiesto il passaporto.

La storia di Schengen:
Il Trattato di Schengen trae il nome dalla cittadina lussemburghese in cui fu firmato il 14 giugno 1985 da Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Repubblica Federale Tedesca. La firma giunse al termine di un interminabile dibattito tra gli Stati membri dell’allora CEE sul concetto di “libera circolazione delle persone”. Alcuni Stati sostenevano che il nuovo regime avrebbe dovuto essere limitato ai cittadini degli Stati membri, altri spingevano per una completa abolizione dei controlli alle frontiere interne. L’impossibilità di giungere a un accordo indusse i firmatari ad agire nel quadro di una cooperazione intergovernativa. Con la nomenclatura oggi invalsa, Schengen potrebbe essere definito come una forma di “cooperazione rafforzata” tra gli Stati membri. Nel 1990 gli stessi Stati hanno concordato a Dublino una convenzione per uniformare le procedure di controllo alle frontiere esterne e introdurre norme comuni in materia di visti, diritto d’asilo e scambio di informazioni. In questa sede è stato creato il Sistema Informativo Schengen (SIS), database che permette alle autorità competenti degli Stati appartenenti all’area Schengen di scambiare informazioni su certe categorie di beni e persone. Nel 1995 è entrato in vigore il Trattato, dopo che anche Spagna e Portogallo avevano manifestato la loro adesione. Quindi, nel 1997 il Parlamento italiano ha ratificato l’accordo, firmato sette anni prima, seguito da Austria (1998), Grecia (2000) e dai paesi dell’Unione Nordica dei passaporti (2001), una sorta di area Schengen creata fin dal 1954 dal Consiglio Nordico. Tra questi rientrano anche Islanda e Norvegia, che pur non facendo parte dell’UE, aderiscono a Schengen. Sempre nel 1997 il Trattato di Amsterdam ha inglobato gli accordi di Schengen nell’ordinamento giuridico comunitario, prevedendo disposizioni speciali a favore di Danimarca, Regno Unito e Irlanda. La Danimarca, pur essendo firmataria, può scegliere se applicare o meno le nuove misure adottate, mentre il Regno Unito e l’Irlanda pur rimanendo fuori da Schengen, possono chiedere di adottare alcune disposizioni, dietro consenso unanime del Consiglio.

I contenuti di Schengen:
L’aspetto più noto degli accordi di Schengen è indubbiamente quello relativo alla promozione della libera circolazione delle persone attraverso l’abolizione dei controlli alle frontiere interne dei paesi aderenti. Questa comporta lo spostamento dei controlli alle frontiere “esterne”, ovvero alle linee di confine esistenti tra paesi aderenti e non al sistema Schengen. Questi controlli avvengono in base a procedure standardizzate e concordate dagli Stati Schengen. Tuttavia, Schengen è una forma di cooperazione multilivello, che comprende altri elementi che interessano anche le politiche in materia di sicurezza, lotta al terrorismo, immigrazione e asilo. Infatti, la piena ed effettiva attuazione del principio della libera circolazione non può realizzarsi se non si concilia con la necessità di tutelare la sicurezza dei territori e dei cittadini. Pertanto, Schengen prevede varie forme di cooperazione amministrativa, di polizia e giudiziaria. Tra queste meritano di essere segnalati il diritto di inseguimento transfrontaliero degli agenti di polizia, l’armonizzazione delle condizioni e procedure per la concessione dei visti, la semplificazione del sistema di estradizione o ancora la definizione di norme comuni per la determinazione dello Stato competente per l’esame di una domanda di asilo presentata alle autorità di uno Stato membro (Regolamento Dublino II 343/2003). Infine, merita di essere segnalato il Sistema Informativo Schengen (SIS), una rete di coordinamento e scambio di informazioni tra le autorità nazionali dei paesi Schengen. Attualmente è in corso di realizzazione un ammodernamento del sistema ai più innovativi standard tecnologici e informatici (SIS II), per renderlo ancora più efficace ed efficiente.

Novità e prospettive future di Schengen:
I nuovi Stati membri hanno adottato il Trattato di Schengen fin dal 1° maggio 2004, data del loro ingresso nell’UE. Tuttavia, non era ancora possibile una piena operatività delle disposizioni Schengen, poiché è previsto un periodo transitorio di valutazione della sussistenza delle condizioni irrinunciabili per l’abolizione dei controlli alle frontiere interne. Tale abolizione è avvenuta il 21 dicembre 2007 per quanto riguarda le frontiere terrestri e marittime e sarà operativa a partire dal 29 marzo 2008 anche per gli aeroporti, proroga che si è resa necessaria per consentire agli scali di prepararsi al nuovo sistema che distingue i viaggiatori in due categorie. E’ pertanto finalmente realtà la libera circolazione degli individui da Lisbona a Tallin, senza nessuna forma di controllo alle frontiere. Infine, a partire dal 2008 anche la Svizzera entrerà a far parte dell’area Schengen, mentre rimangono tuttora fuori Cipro (che dovrebbe essere integrata nel 2009) e gli ultimi arrivati nell’UE, ovvero la Romania e la Bulgaria, il cui ingresso è previsto nel 2011.

Comunicato stampa
Sintesi di Schengen

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