http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

12.8.08

 

Approfondimento

Le ultime modifiche normative sulla politica della pesca

Il settore della pesca nell’Unione Europea


La politica comune della pesca (PCP) è il sistema adottato dall’Unione Europea per organizzare in maniera condivisa ed omogenea l’intero settore della pesca e dell’acquacoltura. In particolare rappresenta lo strumento indispensabile per la definizione delle quantità di pescato a cui ciascun paese membro ha diritto per ogni singola specie.
Sebbene già il Trattato di Roma del 1957 ne prevedeva l’istituzione, solo anni dopo a partire dal 1970 sono state adottate le prime misure comuni con valore effettivo. Furono introdotte pari opportunità di accesso alle acque territoriali degli Stati membri per tutti i pescatori appartenenti all’Unione Europea, pur con la predisposizione di una fascia costiera riservata agli operatori locali, al fine di favorire l’attività dei piccoli pescherecci in prossimità dei porti di provenienza. La creazione di un mercato comune della pesca e l’elaborazione di un programma di ammodernamento strutturale delle flotte e delle attrezzature tecniche furono ulteriori passaggi della lunga e laboriosa fase di gestazione che condusse soltanto nel 1983 alla nascita a pieno titolo della politica comune della pesca, come ambito di competenza condiviso tra l’Unione Europea e gli Stati membri.
Gli obiettivi che si prefigge come prioritari sono l’incremento della produttività, la stabilizzazione dei mercati e la sicurezza degli approvvigionamenti, assicurando al contempo prezzi ragionevoli ai consumatori. A questi, nel tempo, ad opera di successive riforme, fra cui quella maggiormente incisiva del 2002, nell’ottica di proteggere ed assicurare uno sviluppo sostenibile delle attività di pesca, si sono affiancate altre tematiche prioritarie quali l’attenzione verso lo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche, la protezione dell'ambiente marino, la garanzia di un livello elevato di protezione della salute umana e la partecipazione alla realizzazione dell'obiettivo di coesione economica e sociale.
Le azioni messe in campo per fornire piena attuazione alle indicazioni di policy emerse dal processo diffuso di discussione e condivisione avviato tra gli attori pubblici e privati, coinvolti grazie ad appositi momenti pubblici di consultazione sempre più partecipati, sono state realizzate mettendo in atto uno stretto coordinamento fra tutte le politiche interessate. Un aspetto da non sottovalutare è, in particolare, il collegamento indispensabile con le politiche ambientali al fine di operare in maniera armonica per evitare che le pressioni sull’ambiente marino possano minacciare lo sviluppo economico e la competitività del settore marittimo europeo.

Uno sfruttamento sostenibile del mare

Elaborare una migliore strategia di gestione dell’ambiente marino è lo sforzo che l’Unione Europea deve compiere per assicurare quella protezione ambientale di cui le attività di pesca ed acquacoltura necessitano per il loro svolgimento ottimale.
L’impatto ambientale immediato della pesca ricade, infatti, in via prioritaria sugli stock commerciali di pesci, crostacei e molluschi a cui sono rivolte le operazioni di cattura. La pesca con reti a strascico, palangari e reti demersali però pur impiegando metodi molto efficaci non è in grado di essere selettiva, mettendo così a repentaglio l’esistenza di altre specie animali e vegetali non destinate ad essere bersaglio delle attività di pesca.
A tal proposito, l’Unione Europea si è impegnata da alcuni anni a condurre una campagna d’informazione e comunicazione in seno alle organizzazioni internazionali per lottare contro la pesca illegale e combattere le pratiche di pesca distruttive, grazie in particolar modo all’istituzione di Natura 2000, una rete comunitaria di zone naturali protette costituita ai sensi della direttiva Habitat (92/43/CEE) e della direttiva Uccelli selvatici (79/409/CEE). Grazie alle indicazioni fornite dai singoli Stati membri, per garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat marini europei più preziosi e più minacciati sono stati identificati dei siti da proteggere in cui non è indispensabile tanto l’imposizione di divieti di pesca quanto la definizione di un sistema di utilizzo sostenibile delle risorse in un’ottica eco-compatibile. Nelle Linee guida pubblicate nel 2007 si legge, infatti, che “la strategia adottata si propone di proteggere e ripristinare gli oceani e i mari europei e garantire che le attività umane siano svolte in maniera sostenibile affinché le generazioni presenti e future possano beneficiare di oceani e mari biologicamente ricchi e dinamici che siano sicuri, puliti, sani e produttivi”. Per migliorare il rispetto delle norme adottate nel quadro della riforma della politica comune della pesca del 2002, il Consiglio dei ministri nel 2005 (regolamento CE n. 768/2005) ha deciso di istituire l’Agenzia comunitaria di controllo sulla pesca (CFCA) che ha il ruolo di coordinatore degli sforzi congiunti dei paesi europei per contrastare la pesca illegale. L’Agenzia, che proprio lo scorso mese ha inaugurato il nuovo quartier generale a Vigo in Spagna (IP/08/1185 en) organizza il coordinamento e la cooperazione tra i servizi nazionali di controllo e di ispezione, promuovendo operazioni di pattugliamento congiunto fra le flotte nazionali per lottare contro la pesca eccessiva contro le specie minacciate.

Semplificazione delle misure tecniche
Affinché la nuova strategia politica adottata dall’Unione Europea possa avere un respiro più ampio ed un impatto significativo sugli habitat in cui agisce deve necessariamente accompagnarsi a disposizioni normative che si occupino di perfezionare gli aspetti tecnici delle attività di pesca. Proprio per questo la Commissione Europea ha recentemente proposto una semplificazione delle misure tecniche nel settore della pesca (IP/08/858), con il chiaro obiettivo di ridurre la complessità del sistema attuale, attraverso la raccolta sistematica delle regole in oggetto attualmente disperse in una pluralità di testi normative. Le prescrizioni contenute nella proposta della Commissione, che disciplinano le attività di pesca nelle acque comunitarie, ad eccezione del Mar Baltico, del Mar Mediterraneo e del Mar Nero, si propongono di definire i principi generali che informano tutte le misure tecniche vigenti in tali acque ed un numero ridotto di misure specifiche che saranno applicabili in maniera permanente in tutte le zone. Nel dettaglio, dal comunicato stampa si evince che fra le nuove misure vi sono disposizioni che consentono agli Stati membri di attuare fermi di pesca in tempo reale nelle zone in cui sono rilevate forti concentrazioni di stock giovanili per periodi massimi di 10 giorni ed una maggiore flessibilità nell'applicazione delle norme sulle catture accessorie intese a scoraggiare la pratica dei rigetti.

Una politica marittima integrata

Nel 2007 la Commissione Europea ha adottato il Libro Verde dal titolo “Verso la futura politica marittima dell’Unione: Oceani e mari nella visione europea” per promuovere l’idea di una politica marittima integrata che abbia come comun denominatore un nuovo approccio che sappia integrare i vari aspetti, tenendo conto della ricchezza rappresentata per i cittadini europei dal mare, inteso tanto come risorsa economica quanto come fonte preziosa di vita. Il partecipato processo di consultazione che è seguito all’adozione del Libro verde ha condotto alla stesura di un Libro Blu, accompagnato da un dettagliato piano d'azione che annuncia l’attuazione di questa politica. Il sistema di pesca comune allora per poter essere efficace deve sapersi coordinare con i tre strumenti comuni che la Commissione ha indicato come opportunità da applicare a breve termine: un sistema di sorveglianza marittima, una pianificazione dello spazio marittimo e una rete di osservazione e di dati relativi all’ambiente marino.

DG Affari Marittimi e Pesca

La politica comune della pesca

La politica marittima integrata (en)

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E se una persona lascia un commento, cosa succede? chi lo valida?
 
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