http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

30.10.08

 

Approfondimento

La questione dell’integrazione all’interno dei confini UE: dal caso rom alle iniziative d’integrazione



Il caso rom

Sotto il patrocinio condiviso della Presidenza francese del Consiglio dell’Unione e del suo Presidente, José Manuel Barroso, la Commissione Europea lo scorso 16 settembre ha organizzato a Bruxelles il primo vertice a livello europeo dedicato al miglioramento della condizione delle comunità Rom. In un frangente storico e politico in cui si fa sempre più urgente la risoluzione del problema dell’integrazione dei rom nella società europea, la Commissione ha deciso di affrontare direttamente la questione. L’intento è quello di implementare l’utilizzo di strumenti pratici per favorire l’integrazione mediante la legislazione, il finanziamento e la condivisione di politiche efficaci. Come ha dichiarato il commissario europeo per Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità, Vladimír Špidla, in apertura del vertice, “nel ventunesimo secolo la situazione dei rom costituisce una macchia sulla coscienza dell’Europa”. Proprio per questo l’impegno che si è deciso di assumere per poter avere un impatto reale, in un’ottica di sussidiarietà e complementarietà, deve coinvolgere necessariamente i diversi livelli territoriali, da quello locale fino a quello europeo. I Fondi Strutturali, fra cui in particolare il Fondo Sociale Europeo (FSE), e gli strumenti di preadesione si rivelano indispensabili per superare l’emarginazione. Occorre partire dal presupposto, talvolta volutamente omesso, che la maggior parte dei rom sono cittadini europei. É bene chiarire quindi che la questione dell’integrazione sociale si gioca fondamentalmente all’interno dei confini dei singoli Stati membri. Già nell’Agenda sociale dello scorso 2 luglio, la Commissione aveva ribadito il rinnovato impegno per la non discriminazione in generale e per l’azione volta a migliorare la situazione dei Rom in particolare. Il documento di lavoro che è stato presentato esamina gli strumenti e le politiche disponibili a livello UE per promuovere l'integrazione dei Rom (Comunicato stampa e Memo). Sebbene, come evidenziato da tali documenti, l’UE disponga di chiari poteri nel campo della discriminazione, esercitati in particolar modo nell’attività di monitoraggio della Direttiva che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica (2000/43/CE), è al singolo Stato membro che spetta la responsabilità principale in merito ai temi dell’istruzione, dell’occupazione, della sanità e dell’inclusione abitativa.

La posizione italiana


Il vertice europeo sui Rom, che si è svolto alla presenza di oltre quattrocento rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo, dei Governi e Parlamenti nazionali e delle ONG impegnate sulla questione dei diritti dei Rom, è giunto a qualche giorno di distanza dal via libera di Bruxelles alle misure varate dal governo italiano che prevedono il registro delle impronte digitali anche per i bambini rom. A seguito delle polemiche dei mesi scorsi, la Commissione Europea dopo l'analisi condotta sul rapporto sul censimento dei campi nomadi inviato dal Governo italiano il primo agosto scorso, si è espressa in modo favorevole alle misure adottate, ritenute non discriminatorie e quindi in linea con il diritto comunitario. Per il portavoce del Commissario alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza Jacques Barrot, la raccolta delle impronte digitali “viene fatta solo al fine di identificare persone che non è possibile identificare in altro modo”. Il sistema è dunque “valido in particolare per i minori nei confronti dei quali questi rilievi vengono effettuati solo nei casi strettamente necessari e come ultima possibilità di identificazione”. Nonostante ciò ancora non si placano le contestazioni e le proteste di quanti sostengono che tali pratiche ledono i diritti umani, e la questione è tutt’altro che risolta. Anche perché il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, destando qualche perplessità sull’omogeneità della posizione UE sulla questione, ha affermato durante il summit europeo: “Sono seriamente preoccupato per la situazione rom in Italia. La schedatura su base etnica dovrebbe essere illegale e spero che la Corte Europea di giustizia stabilirà questo fatto. È urgente a livello politico e soprattutto umano risolvere il problema dell'integrazione dei rom nelle nostre società”.

Romania, piacere di conoscerti

Nel linguaggio comune i rom vengono a volte erroneamente definiti “rumeni” o “slavi” a causa della cittadinanza di alcuni di loro e per l’assonanza dei nomi, ma in realtà non c'è alcuna connessione tra il termine Rom e il nome dello stato di Romania, il popolo di lingua neolatina dei rumeni o la lingua rumena, mentre gli slavi appartengono ad un ulteriore differente gruppo etnico e linguistico. La Romania spesso è chiamata in causa quando si parla di rom perché all’interno dei suoi confini è presente una fra le comunità nomadi più numerose. Sin dal suo ingresso nell’Unione Europea, che risale al primo gennaio 2007, lo stato romeno si è dovuto impegnare sulla questione dell’integrazione su più fronti. Da un lato, infatti, ha operato sul suolo nazionale al fine di favorire l’inclusione sociale delle popolazioni rom con l’obiettivo di rispettare i parametri europei in tema di pari opportunità. A tal proposito, si ricorda che recentemente è stata varata una legge contro la segregazione scolastica. Dall’altro, invece, si è dovuta confrontare con i problemi sollevati dalla massiccia emigrazione dei cittadini romeni negli altri Paesi membri. Situazioni di precarietà, difficoltà d’integrazione e rigurgiti di razzismo, insieme alla percezione negativa dei romeni diffusa dai media, hanno finito per alimentare disinformazione e paura nei confronti dello straniero. Proprio per aiutare il confronto e la reciproca conoscenza, il Governo Romeno ha lanciato una campagna di informazione dell’opinione pubblica nei confronti della comunità romena che vive in Italia dal titolo emblematico “Romania, piacere di conoscerti”. Questa campagna si svolgerà nel periodo settembre-dicembre 2008 ed è parte di uno sforzo più ampio del Governo della Romania, impegnato anche in Spagna in un analogo progetto di comunicazione. La campagna introduce la novità di portare nel linguaggio pubblicitario il reportage giornalistico su storie ed esperienze reali di romeni in Italia. L’intento è quello di migliorare la reciproca intesa ed il grado di vicinanza tra italiani e romeni, offrendo visibilità al processo di integrazione in corso della comunità romena in Italia. Spesso quel che è taciuto, al di là degli sparuti episodi di criminalità che hanno grande risonanza, è che la comunità di romeni in Italia, che raggiunge il milione di presenze, è composta per il 75% di persone con un lavoro fisso, che contribuiscono per una percentuale dell’1, 2% al PIL italiano.
Insomma alle volte per comprendere la vita dei migranti che ci vivono accanto è sufficiente aprirsi alla conoscenza o ricordarsi, come scriveva il giornalista Gian Antonio Stella, “quando gli albanesi eravamo noi”, o meglio, aggiornandolo al presente, “quando i romeni eravamo noi”.

La situazione dei rom nell’Unione Europea allargata (in inglese)
L’UE e i rom (in inglese)
Romania, piacere di conoscerti

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