http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

28.11.08

 

Approfondimento

2009: Anno dei Balcani Occidentali

La possibilità di adesione di ogni stato all’Unione Europea (EU) è sempre stato un processo aperto e permanente nella politica dell’Europa unita. Nel 2004 il passaggio da 15 a 25 paesi membri (nel 2007 con l’entrata di Romania e Bulgaria diventeranno gli attuali 27 stati membri) ha rappresentato il più grande allargamento della storia continentale. Questo ha permesso il rafforzamento del principio di coesione europea che è stato accelerato dalla caduta del Muro di Berlino e il conseguente crollo del blocco sovietico, creando la possibilità di diminuire il gap economico fra i vari Stati membri e garantire maggiore sicurezza ai cittadini all’interno dei nuovi confini dell’Unione.
Da un punto di vista legale, il Trattato di Maastricht del 1992 ha stabilito che possono richiedere di far parte dell’UE tutti quei paesi che rispettino i principi di libertà e democrazia, i diritti dell’uomo, le libertà fondamentali e lo stato di diritto. A questi principi si è aggiunto, nel 1993, l’obbligo per i nuovi stati candidati di garantire, sia da un punto di vista politico che economico, la possibilità di interagire e sostenere le istituzioni e le politiche dell’Unione Europea.
Oggi, in un processo di permanente allargamento, l’Europa guarda alla regione dei Balcani Occidentali e alla Turchia: infatti, i nuovi stati candidati sono Croazia, Turchia e Ex Repubblica iugoslava di Macedonia, mentre quelli pre-candidati sono Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Kosovo e Albania.
Lo scorso 5 novembre il Commissario per l’allargamento, Olli Rehn ha presentato alla Commissione Europea il documento di strategia annuale sulla politica dell’Unione Europea in materia di allargamento. Il rapporto illustra il ruolo svolto da questo ambito politico nel perseguimento degli interesse strategici per l’Unione nella stabilità, sicurezza e prevenzione dei conflitti. In tale documento è stato affrontato il processo di integrazione che coinvolge i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia, constatando i grandi progressi che i paesi di questa regione hanno compiuto nell’ultimo anno. Lo stesso Commissario per l’allargamento Olli Rehn ha riconosciuto: “Mi compiaccio per i passi avanti compiuti dai paesi dei Balcani occidentali. Il processo di avanzamento di questi paesi verso l'adesione all'UE può essere accelerato, sempre che risultino soddisfatte le necessarie condizioni. I paesi candidati potenziali che dimostrano di essere pronti potranno vedersi riconoscere lo status di candidati.” Le parole del commissario esprimono una tendenza generale positiva per tutti i paesi in questione ma richiede un’analisi caso per caso per meglio comprendere le difficoltà di ogni paese candidato o pre-candidato, sia per le sue condizioni di partenza sia nel percorso di avvicinamento all’Europa. Come è noto infatti questi paesi escono da diverse situazioni di gravi difficoltà causate da decenni di regimi totalitari e guerre civili che hanno causato milioni di profughi.

I Paesi Candidati

Croazia
La Croazia ha avviato i negoziati per l'adesione all'Unione Europea nell'ottobre del 2005. Fra i paesi candidati, la Croazia è quello che ha fatto maggiori progressi verso l’Unione Europea, tanto che la Commissione: “ha proposto di concludere i negoziati tecnici entro la fine del 2009” come si legge nel recente rapporto sull’allargamento. “È un incoraggiamento per la Croazia, ma non un assegno in bianco”, ha detto il commissario per l’allargamento Rehn, precisando che il calendario potrebbe essere rivisto a seconda dei progressi che la Croazia riuscirà a raggiungere. Inoltre nel suo rapporto ha spiegato che in base alla lezione imparata dal precedente giro di allargamento (nel 2004 ma soprattutto nel 2007), la Commissione Europea ha deciso di non indicare nessuna data per l’adesione prima che i negoziati non entrino nella fase finale. Ha sottolineato che: “Zagabria dovrà lavorare sodo sugli obbiettivi più difficili, in particolare quelli che riguardano la riforma del sistema giudiziario e dei cantieri navali”. Non sembra destare preoccupazione la mancata ratifica del Trattato di Lisbona che a parere di molti potrebbe rallentare il processo di adesione del Paese. Secondo il Commissario europeo Rehn le due questioni sono parallele e il suo auspicio è quello che la ratifica del trattato avvenga prima che la Croazia diventi il ventottesimo membro dell’Unione Europea.
Al momento desta invece molta preoccupazione nelle istituzioni europee la forte infiltrazione della criminalità organizzata all’interno del Paese; infatti, il traffico di droga attraverso i Balcani è una piaga che sta minando seriamente il percorso democratico di questa regione e al quale i vari governi nazionali devono dare risposta anche collaborando fra loro. Alla Croazia prima fra tutte viene richiesto un intervento pronto ed efficace che permetta di combattere la criminalità organizzata presente sul territorio per ambire al diritto di divenire una nazione europea.

Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia
Da tre anni la Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia vanta lo status di Paese candidato all'adesione ma l'avvio dei negoziati continua ad essere rinviato per le carenze da parte delle autorità di Skopje nel rispondere alle richieste di Bruxelles. Nel rapporto annuale sono stati riconosciuti i "buoni progressi" della Macedonia in materia di giustizia e di riforma della polizia nonché sull'applicazione degli accordi di Ohrid che tutelano la minoranza albanese. Allo stesso tempo però sia la Commissione Europea, sia l'Osce e anche da osservatori internazionali è stata sottolineata l’incapacità di questo stato di condurre elezioni libere e democratiche, condizione essenziale per avviare i colloqui con Bruxelles. Inoltre la relazione presentata lo scorso 5 novembre ha sottolineato che la disputa in atto con la Grecia sul nome Macedonia (Atene teme che Skopje possa avanzare rivendicazioni territoriali sull'omonima regione greca) non è argomento di analisi da parte della Commissione Europea in tema di allargamento ma ha invitato i due paesi a trovare un pacifico accordo.

Turchia
Per quanto riguarda la Turchia il percorso di avvicinamento all’Europa è stato riconosciuto ancora come lungo e difficile anche se sono stati sottolineati gli sforzi riformatori avviati all’interno del Paese. È stato valutato positivamente il ruolo svolto dalla Turchia durante la crisi del Caucaso della scorsa estate, durante il quale il Governo di Ankara si è offerto come mediatore. L’auspicio emerso dal rapporto è quello che si possa continuare su questa strada perchè, come riconosciuto dal Commissario per l’allargamento Rehn: “la Turchia svolga un ruolo strategico d’importanza capitale per l’UE”.

I Paesi Pre-Candidati (Accordi di stabilizzazione e associazione)

Serbia
La scorsa primavera la Serbia ha firmato l'Accordo di stabilizzazione e associazione con l'Unione Europea (ASA), che rappresenta il primo passo formale verso la candidatura all'adesione. L'UE continua a ribadire la propria convinzione che l'integrazione della Serbia è possibile e necessaria. Il Paese potrebbe quindi ricevere lo status di candidato all'adesione già entro il prossimo anno. Per arrivarci, però, ha avvertito Rehn: “Belgrado deve mostrare una piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (Tpi) e fare progressi tangibili nelle aree dello stato di diritto e delle riforme economiche”. Per valutare il grado di cooperazione del Governo serbo con l’Aja, il commissario Rehn aspetta il rapporto che il procuratore generale del Tpi Serge Brammertz presenterà il prossimo dicembre al Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Montenegro, Albania e Bosnia Erzegovina
In Albania e Montenegro, procede l'attuazione degli accordi intercorsi fra questi due paesi e l’Unione Europea e vengono compiuti progressi nei principali ambiti di riforma. I due governi devono ancora impegnarsi per consolidare lo Stato di diritto e per potenziare la capacità dell’esecutivo nel far rispettare il diritto. In particolare, l'Albania dovrà provvedere all'adeguata preparazione e al corretto svolgimento delle elezioni politiche del 2009, mentre il Montenegro dovrà continuare con determinazione la riforma del settore giudiziario. Per entrambi i paesi comunque il 2009 potrebbe essere la buona occasione per presentare la loro candidatura ad entrare nell’UE.
La Bosnia Erzegovina ha incontrato gli stessi problemi dei paesi a lei confinanti. Desta però forte preoccupazione il clima politico che si respira all’interno di questo Paese dove sono sempre più numerosi gli scontri fra le diverse parti politiche e le etnie che non permettono il concretizzarsi di un’unità nazionale, condizione indispensabile per candidarsi ad entrare nell’Unione Europea.

Kosovo
Il Kosovo necessita di una riflessione particolare poiché non rientra fra i paesi candidati, tantomeno fra i paesi pre-candidati. La particolarità della questione nasce dalla dichiarazione d’indipendenza del 17 febbraio 2008, autoproclamata dal Parlamento kosovaro. L'Unione Europea in quanto tale non ne ha riconosciuto l'indipendenza in quanto cinque i Paesi membri (Grecia, Cipro, Spagna, Romania e Slovacchia) non l'hanno riconosciuto. La controversa questione sul piano del diritto internazionale è stata “risolta” dalla Commissione Europea riconoscendo il Paese come "Kosovo ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1244".
L’Unione Europea si appresta comunque a schierare sul territorio kosovaro una missione di duemila uomini (Eulex) che permettano la salvaguardia dello stato di diritto e il rispetto della giustizia. La missione a cui prenderanno parte anche gli USA, dovrebbe essere definitivamente operativa entro dicembre prossimo. Tale missione servirà a combattere l’alto grado di corruzione e criminalità all’interno del Paese e a verificare che le nuove leggi nazionali, varate secondo standard europei, siano realmente rispettate. Inoltre aspetto fondamentale per la Commissione europea, è la valutazione delle politiche che il neo Governo kosovaro sta adottando in materia di protezione delle minoranze etniche presenti sul territorio.
L’economia del neonato stato non raggiunge lo status di “economia di mercato funzionante”, uno dei requisiti fondamentali per poter essere candidato anche se i dati dell’ultimo biennio dimostrano una forte crescita. A questo proposito l’UE valuterà la possibilità di avvicinare il Kosovo all’Europa grazie alla deregolamentazione in materia di visti e blocchi doganali al fine di favorire l’economia del paese e il libero spostamento di persone e merci.

Direzione Generale per l’allargamento
Documento annuale sulla strategia di allargamento dell'UE (inglese)

Comments: Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?