http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

3.10.08

 

Approfondimento

Small Business Act

Lo scorso 25 giugno la Commissione Europea ha adottato lo Small Business Act, un atteso pacchetto di proposte normative che si indirizza prioritariamente alle piccole e medie imprese d’Europa. “Innanzitutto pensare piccolo”, come recita il titolo del documento di lavoro dei servizi della Commissione che informa dell’iniziativa, è uno slogan di impatto immediato in grado di porre efficacemente l’attenzione su quali sono gli obiettivi principali. Facilitare l’avvio di nuove aziende di piccole e medie dimensioni, snellire le formalità amministrative ed agevolare l’accesso ai finanziamenti e all’innovazione sono, infatti, le finalità che hanno guidato la Commissione nella definizione delle linee guida da seguire. La creazione di un clima sociale che sia favorevole alle PMI è l’elemento di base su cui pensare di innestare un percorso che porti a migliorare l’approccio politico globale volto a promuovere la crescita del sistema imprenditoriale europeo. Lo Small Business Act stabilisce in modo schematico dieci principi e alcune proposte politiche che dovrebbero essere adottati sia dall’UE che dai governi degli Stati membri per semplificare le procedure burocratiche e sostenere le piccole e medie imprese in tema di competitività, definendo dei veri e propri partenariati politici.
Gli ambiti specifici in cui si indirizzano i nuovi strumenti legislativi sono:
Gli aiuti di Stato: la proposta riguarda la messa in opera di un innovativo Regolamento generale di esclusione per categoria sugli aiuti di Stato al fine di semplificare le procedure e ridurre i costi, rendendo più agevole l’accesso ai sussidi per la formazione, la protezione ambientale e la ricerca e lo sviluppo.
Un nuovo statuto di Società Privata Europea (SPE): agendo sulla base di principi uniformi in ognuno degli Stati membri, tale strumento agevolerà quelle PMI che operano in una dimensione transfrontaliera, attraverso una riduzione degli obblighi onerosi connessi alla costituzione di filiali in paesi diversi da quello di appartenenza.
Regime IVA: agli Stati membri è offerta l’opzione di applicare aliquote IVA ridotte per i servizi forniti in loco, fra i quali i servizi ad alta intensità di manodopera, principalmente erogati dalle PMI.
Direttiva Servizi: sarà attiva dal 2009 una modifica della direttiva sui servizi di pagamento, il cui scopo è quello di garantire alle piccole e medie imprese il pagamento dei corrispettivi entro il termine di 30 giorni.
Commentando questa nuova proposta di legge, il Presidente della Commissione Europea, Barroso, ha dichiarato che “l’atto sulle piccole imprese è una pietra miliare nell’attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Esso comporterà amministrazioni pubbliche più reattive, una diminuzione dei ritardi nei pagamenti delle fatture, l’accesso a maggiori aiuti in materia di finanziamenti, innovazione e formazione, un’IVA ridotta per i servizi forniti localmente e un migliore accesso ai contratti pubblici. Il pacchetto conferirà inoltre alle PMI l’accesso a uno statuto di società privata europea in modo da ridurre gli oneri burocratici e accrescere la chiarezza delle operazioni”.

La politica UE verso le PMI

Nonostante le piccole e medie imprese rappresentino, con un fatturato annuo di 50 milioni di euro, ben il 99% del sistema imprenditoriale europeo, solitamente la legislazione e le procedure normative non fanno distinzione sulla base delle dimensioni aziendali. Le PMI si trovano così ad affrontare enormi ostacoli burocratici, col rischio di ingessare tanto le attività di produzione quanto quelle di commercializzazione.
Da tempo l’attenzione dell’UE è volta proprio a valorizzare le loro potenzialità in termini di crescita sostenibile nel lungo periodo e di creazione di nuovi posti di lavoro. Nel 2000 nella Carta Europea per le piccole imprese, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea sostennero la necessità di fare dell’Europa un ambiente d’eccellenza a livello mondiale per le piccole e medie imprese. Nel 2005, con la comunicazione della Commissione Europea dal titolo “Attuare il Programma comunitario di Lisbona” si sono poste le basi di quella che è stata definita “la politica moderna a favore delle PMI per la crescita e l’occupazione”. In sintesi, delineando un quadro politico unitario per le iniziative rivolte alle PMI, tale comunicazione fissa una serie di obiettivi da raggiungere in modo che le imprese possano beneficiare delle misure stabilite a Lisbona. Si concentra in particolar modo su cinque azioni indispensabili: la promozione dello spirito imprenditoriale e delle competenze specifiche, il miglioramento dell’accesso delle PMI ai mercati, la riduzione delle pastoie burocratiche, il rafforzamento delle capacità di crescita delle PMI ed il consolidamento del dialogo e della consultazione con i soggetti imprenditoriali coinvolti. Come si legge nella “Valutazione intermedia della politica moderna a favore delle PMI” che presenta i risultati conseguiti nei due anni dal varo della politica moderna a favore delle PMI, la Commissione ha riservato una particolare attenzione alle PMI nell’ambito dei principali programmi comunitari di spesa per il periodo 2007-2013. Oltre ai Fondi strutturali, altri strumenti di finanziamento comunitario sono rappresentati dagli incentivi per le imprese erogati dal Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (7PQ), dal programma quadro per la competitività e l'innovazione (CIP) e dal programma Lifelong learning per la formazione permanente.
A prescindere dall’uso di un singolo sistema, ciò che è fondamentale è il riconoscimento complessivo del ruolo cruciale svolto nell’economia dell’UE dai 23 milioni di piccole e medie imprese, a cui tra l’altro è da ascriversi la maggior parte dei nuovi posti di lavoro offerti sul mercato occupazionale europeo. Lo Small Business Act è, quindi, proprio lo strumento normativo necessario che la Commissione si è data per rispettare gli impegni presi negli ultimi anni in tale direzione.

I vantaggi per le piccole imprese

Per tenere conto al meglio delle esigenze delle piccole e medie imprese europee, i lavori preparatori che hanno portato all’adozione dello Small Business Act si sono serviti in maniera ampia dei risultati emersi dall’audizione pubblica e dalla consultazione on line. Oltre ad un ampio numero di position paper elaborati dagli stakeholders e da alcune amministrazioni regionali e nazionali, sono stati raccolti più di cinquecento contributi, per la maggior parte provenienti direttamente dalle piccole e medie imprese (Report sui risultati della consultazione aperta). Un’analisi approfondita delle opinioni emerse, ha confermato che persiste in Europa un bisogno diffuso di un’iniziativa legislativa unitaria che sappia sprigionare al meglio il potenziale ancora oggi inespresso dal tessuto microimprenditoriale.
Alcuni dispositivi previsti dallo Small Business Act si muovono in questo senso, tenendo conto dei pareri espressi nella consultazione. Da un lato ci si propone, infatti, di garantire una seconda opportunità alle imprese fallite, e dall’altro di consentire alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità. Oltre all’impegno permanente a ridurre gli oneri amministrativi del 25% entro il 2012, si prevede che il tempo necessario per avviare una nuova impresa non debba essere più lungo di una settimana, che il tempo massimo necessario per ottenere le licenze d’esercizio e i permessi non debba superare il mese ed infine l’istituzione di un sistema di sportelli unici per contribuire ad agevolare gli avvii di imprese e le procedure di assunzione.

Maggiori informazioni (in inglese)










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