http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

16.6.06

 

Approfondimento

PAC E SVILUPPO RURALE 2007-2013

In Europa il mondo rurale è decisamente molto importante: le zone rurali rappresentano il 92% del territorio dell’UE-25, il 19% della popolazione vive in zone prevalentemente rurali ed il 37% in zone significativamente rurali. Agricoltura e silvicoltura sono le principali attività che generano lo sviluppo socio-economico di tali zone. Il contributo globale dell’agricoltura alla prosperità dell’UE è considerevole. Il settore agricolo e agroalimentare europeo impiega 15 milioni di addetti (8,3% dell’occupazione totale) e costituisce il 4,4% del PIL dell’UE-25. L’UE è il primo produttore mondiale di prodotti alimentari (comprese le bevande), con una produzione complessiva stimata in 675 miliardi di euro; inoltre, il settore forestale e le attività connesse alla silvicoltura danno lavoro a 3,4 milioni di persone, con una cifra d’affari pari a 350 miliardi di euro, ma attualmente si sfrutta solo il 60% dell’accrescimento forestale annuo. Le zone rurali producono il 45% del valore aggiunto lordo dell’UE-25 e forniscono il 53% dei posti di lavoro, ma tendono ad essere in netto ritardo di sviluppo socio-economico rispetto alle zone non rurali. Nelle zone rurali il reddito pro capite è circa di un terzo più basso, si registrano tassi di attività femminile inferiori, il settore dei servizi è meno sviluppato, l’istruzione superiore è generalmente meno diffusa e si rilevano problemi di accessibilità alle grandi vie di comunicazione, nonché alle Information and Communication Technologies.
Alla luce di questi dati si può comprendere perché l’UE spende annualmente circa il 46,5% del suo bilancio nella Politica agricola comune (PAC), con una spesa complessiva di circa 47 miliardi di euro, di cui il 90% destinato al primo pilastro per il sostegno al mercato e gli aiuti diretti e il 10% al secondo pilastro per lo sviluppo rurale.
Tuttavia, è opportuno ricordare che nell’ultimo decennio la PAC è stata oggetto di un profondo processo di trasformazione iniziato nel 1992. Le riforme hanno cercato di migliorare la competitività dell’agricoltura riducendo i prezzi di sostegno e compensazione attraverso l’introduzione di finanziamenti diretti agli agricoltori. Una tappa decisiva è stata la riforma del giugno 2003, quando è stato realizzato il disaccoppiamento tra aiuti finanziari e produzione agricola, la quale è stata finalmente centrata sulle richieste del mercato. La spesa dell’Unione per l’agricoltura è diminuita sempre più in rapporto al PIL, passando dallo 0,57% del PIL dell’UE-12 nel 1990-1992 allo 0,47% del PIL dell’UE-15 nel 2000-2002. Inoltre, la riforma ha contribuito a consolidare progressivamente lo sviluppo rurale secondo quanto previsto dal secondo pilastro della PAC in considerazione delle esigenze connesse all’utilizzo sostenibile delle risorse agricole, forestali, paesaggistiche e ambientali dell’Europa in linea con quanto enunciato a Göteborg nel 2001 nell’ottica della piena realizzazione della Strategia di Lisbona.
Pertanto gli obiettivi della PAC sono così riassumibili:

ü aumento della produttività agricola grazie allo sviluppo del progresso tecnologico;
ü rafforzamento della qualità e difesa dei prodotti alimentari che possono vantare i marchi europei;
ü miglioramento degli standard di vita delle popolazioni rurali;
ü stabilizzazione dei mercati agricoli;
ü libero accesso alle forniture alimentari;
ü prezzi ragionevoli per i consumatori;
ü armonizzare la politica agricola con iniziative a sostegno dell’ambiente;
ü favorire misure a sostegno della salute umana.

Nel futuro periodo di programmazione 2007-2013 la PAC sarà gestita da due nuovi Fondi che sostituiranno il Fondo europeo di orientamento e garanzia agricola (FEOGA): il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) ed il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). I regolamenti che disciplinano i due Fondi sono: il Regolamento (CE) n.1290/2005 del Consiglio, relativo al finanziamento della politica agricola comune, ed il Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.
In particolare il nuovo Fondo per lo sviluppo rurale si concentrerà in modo specifico sulla creazione di crescita e occupazione nelle zone rurali, badando al contempo a preservare e rafforzare le risorse naturali. Le risorse saranno concentrate su investimenti in capitale umano rivolti al futuro, innovazione, know-how, introduzione delle ICT nelle zone rurali e capitali per i settori agricolo e forestale nonché sulla creazione di maggiori e migliori posti di lavoro tramite la diversificazione rurale, segnatamente per le donne e per i giovani.
Gli orientamenti strategici comunitari per il periodo 2007-2013 mirati a incentrare maggiormente sulla crescita e sull’occupazione la prossima generazione di programmi in materia di politica e di coesione e di sviluppo rurale si incentreranno su quattro priorità principali:

ü miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale (ASSE 1);
ü miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale (ASSE 2);
ü miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale (ASSE 3);
ü miglioramento della governance locale, LEADER (ASSE 4).

Gli orientamenti intendono allineare più strettamente la politica di coesione e di sviluppo rurale con la Strategia di Lisbona e costituiscono un quadro destinato a garantire che le priorità - la capacità di attrazione dell’Europa come luogo per investire e lavorare, conoscenza e innovazione, posti di lavoro sempre più numerosi e di migliore qualità per tutti - si rispecchino nei programmi operativi a livello nazionale e regionale.
Relativamente ai molteplici strumenti della coesione economica e sociale, il Regolamento concernente lo sviluppo rurale da parte del FEASR stabilisce che vi debba essere complementarità e coerenza tra le azioni finanziate dal FEASR e quelle finanziate da FC, FEP, FESR e FSE, nonché da quelle finanziate dal FEAGA. Tale complementarietà e coerenza è fornita dagli orientamenti strategici comunitari, dai piani strategici nazionali, dai programmi di sviluppo rurale e dalle relazioni annuali della Commissione europea.
La Proposta attuale di Regolamento FESR indica che l’intervento di suddetto Fondo nelle zone rurali e in quelle dipendenti dalla pesca si concentra sulla diversificazione economica di tali zone e riguarda le seguenti 5 priorità d’azione:

1) le infrastrutture destinate a migliorare l’accessibilità;
2) l’accelerazione dell’impianto di reti e servizi di telecomunicazione nelle zone rurali;
3) lo sviluppo di nuove attività economiche diverse dall’agricoltura e dalla pesca;
4) il rafforzamento dei legami tra le zone urbane e rurali;
5) lo sviluppo del turismo e dei centri d’interesse rurali.

È compito degli Stati membri e delle regioni garantire la complementarietà d’azione tra le risorse dei diversi strumenti finanziari comunitari ed in particolare gli Stati dovranno definire chiari criteri di distinzione tra le misure di cui ai punti 1), 3) e 5) che saranno finanziate da FESR, FEASR e FEP.

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