http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

16.11.06

 

Approfondimento

APPROVATO IL BILANCIO PER L’ANNO FINANZIARIO 2007

Il bilancio dell’UE: Il bilancio prevede sia gli impegni giuridici a fornire i mezzi finanziari, se talune condizioni si realizzano, sia i pagamenti, ovvero i trasferimenti verso i beneficiari. I crediti d'impegno e di pagamento spesso differiscono - crediti dissociati - poiché l'impegno, nel caso di programmi e progetti pluriennali, interviene generalmente nell'anno in cui sono decisi, mentre i pagamenti saranno effettuati man mano che il programma o il progetto è realizzato. Pertanto, se il bilancio dell'UE aumenta, per esempio a causa dell'allargamento, gli impegni aumenteranno prima dei pagamenti. Inoltre, alcuni programmi o progetti non si concludono e i pagamenti correlati saranno forzosamente inferiori agli impegni.

La procedura di bilancio: la base giuridica del ciclo di bilancio è l’articolo 272 del Trattato CEE e nella prassi, per l’anno convenzionale “n”, ha inizio nel novembre dell’anno “n-2” – nella fattispecie il 2005 – con la concertazione interna alla Commissione della Strategia Politica Annuale, documento programmatico in cui sono definite le priorità politiche e le iniziative da implementare per il loro perseguimento. Gli obiettivi definiti nella strategia, pubblicata generalmente in febbraio, orientano sia il ciclo di bilancio sia la presentazione di proposte legislative da parte della Commissione. La fase successiva si conclude con la redazione di un progetto preliminare di bilancio, frutto di consultazioni tra la Direzione Generale per il Bilancio e le altre Direzioni Generali della Commissione, che quantificano richieste circa l’allocazione delle risorse finanziarie. La bozza è trasmessa all’autorità di bilancio, rappresentata dal Consiglio dell’Unione e dal Parlamento Europeo che condividono il potere di approvazione del bilancio generale. Il progetto è accompagnato da “relazioni di attività”, redatte con riferimento ai Piani Annuali di Gestione e ai Rapporti Annuali di Attività, che illustrano le performance settoriali, giustificando le assegnazioni richieste per le singole attività della Commissione. Il Consiglio dell’Unione adotta entro il 31 luglio il progetto di bilancio a maggioranza qualificata (232 voti su 321, pari al 72,27% del totale), in cui devono essere compresi almeno i 2/3 degli Stati membri che includano almeno il 62% dei cittadini europei. Il Parlamento Europeo esamina il progetto di bilancio in ottobre e assume rilievo la distinzione tra capitoli di spesa obbligatori e non. Infatti, gli emendamenti alle spese non obbligatorie sono approvati dal Parlamento a maggioranza assoluta dei membri – ad oggi 367 – mentre le proposte di emendamento alle spese obbligatorie richiedono il placet del Consiglio in seconda lettura. Questa si svolge nella terza settimana di novembre, dopo un incontro con una delegazione del Parlamento Europeo. Il Consiglio valuta le proposte di emendamento avanzate dal Parlamento per le spese obbligatorie ma ha un potere di ultima istanza nel determinarne l’ammontare. Il progetto torna al Parlamento in cui, a causa della ristrettezza dei tempi, gran parte dei lavori sono svolti dalla commissione parlamentare competente per materia. Il Parlamento può modificare solo le voci di spesa non obbligatorie e l’approvazione finale richiede il doppio requisito della maggioranza dei membri e dei 3/5 dei voti validi. Se il bilancio è respinto dal plenum i trattati prevedono la formula dell’esercizio provvisorio in base ai dodicesimi di bilancio del precedente anno finanziario, in attesa di un accordo interistituzionale per un nuovo bilancio. L’organo revisore dell’UE è la Corte dei Conti, composta pariteticamente da un giudice per ogni Stato membro, ma i cui esponenti si impegnano ad agire in modo indipendente per la tutela degli interessi comunitari. Ogni anno la Corte dei Conti presenta una relazione sull’esercizio finanziario (si veda quella del 2005).

La situazione attuale: il progetto di bilancio, il primo nel quadro delle prospettive finanziarie pluriennali 2007-2013, è stato inoltrato nuovamente al Consiglio che vaglierà le proposte di emendamento circa i capitoli di spesa obbligatori. Nella prassi, Parlamento e Consiglio avviano una fase di consultazione per giungere all’approvazione definitiva prima della conclusione dell’esercizio corrente. Il Parlamento ha avanzato una proposta nota come “value for money” che prevede per una serie di linee di bilancio il congelamento temporaneo a titolo di riserva di un 30% degli stanziamenti finché la Commissione non avrà garantito al Parlamento che “tali fondi saranno spesi in modo da garantire una spesa ottimale al contribuente europeo”. Lo scopo è perspicuo: evitare la dispersione delle risorse comunitarie e premiare il valore aggiunto offerto da alcune politiche / programmi afferenti a determinate linee di bilancio. La principale novità concerne l’aumento degli impegni a 127,3 miliardi di euro (4,8% in più del 2006), pari al 1,04% del reddito nazionale lordo dell’UE, nel pieno rispetto del margine concordato dagli Stati membri; incremento dovuto proprio alle decisioni dei deputati che hanno ritoccato al rialzo le cifre proposte dall’ECOFIN, il Consiglio dei ministri dell’economia e delle finanze. Prestando attenzione ai singoli headings (ovvero i capitoli di spesa) è rilevante che 54,3 miliardi di euro, pari al 43% del bilancio e con un aumento di 6,8 miliardi rispetto al bilancio 2006, sia dedicato alla politica di coesione e alle azioni di sostegno alla crescita e all’occupazione. Rientrano in questo capitolo le spese relative ai fondi strutturali e a specifici programmi comunitari come Lifelong Learning (per l’apprendimento permanente), Settimo Programma Quadro e il programma per la Competitività e l’Innovazione (CIP, oggetto di un precedente approfondimento). Pertanto si tratta di capitoli fondamentali per il rilancio della strategia di Lisbona, il cui obiettivo è trasformare l’UE nell’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo entro il 2010. Proseguendo in ordine decrescente, la seconda voce è rappresentata dalla spesa per il finanziamento della Politica Agricola Comune (PAC), che comprende attività di sostegno al mercato agricolo europeo (ad esempio dei prezzi dei prodotti) per garantire stabilità alle imprese e agli operatori del settore. La spesa agricola impegnava tradizionalmente la maggioranza del bilancio UE, ma la sua proporzione si è drasticamente ridotta negli ultimi anni sia per l’acquisizione di competenze da parte dell’UE in settori precedentemente prerogativa dei governi statali, sia per una critica diffusa nei confronti di misure che alterano il funzionamento del libero mercato. Il Parlamento ha suggerito emendamenti (la spesa agricola rientra nelle voci obbligatorie), definendo i tagli effettuati dal Consiglio come meramente contabili e incapaci di tener conto delle necessità di diversificazione e ammodernamento dell’economia rurale. A questo scopo, i fondi assegnati allo sviluppo rurale (12,4 miliardi, +3% rispetto al 2006), sono solo leggermente aumentati in termini reali. Il rimanente 11,9% del bilancio è così ripartito: spese amministrative (5,5%), sostegno alle attività internazionali dell’UE (5%), libertà, sicurezza, giustizia e cittadinanza (1%) e compensazioni a favore di Bulgaria e Romania (0,4%). Le attività internazionali dell’UE comprendono la Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), i programmi comunitari per la politica di vicinato (ENPI), per la cooperazione allo sviluppo (DCECI) e i fondi speciali per affrontare le emergenze umanitarie. I fondi per “libertà, sicurezza, giustizia e cittadinanza”, pur rappresentando una quota minoritaria del bilancio, sono cresciuti del 1,2%: nel dettaglio, per trattare i fenomeni migratori è previsto uno stanziamento suppletivo di 12,8 milioni di euro per FONTEX, l’agenzia per le frontiere esterne. Un importo di 1,5 milioni di euro finanzierà il “Globe Theatre”, teatro mobile che si sposterà nel paese che detiene la presidenza di turno per stimolare la discussione pubblica e la partecipazione attiva dei cittadini anche attraverso l’istituzione di premi culturali, conferenze e parlamenti giovanili, tutto nel quadro dei festeggiamenti per il 50esimo anniversario dalla firma dei trattati di Roma.

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