http://newslettereuropa.blogspot.com/2006/04/ufficio-politiche-comunitarie.html Newsletter sull'Europa - Coordinamento Toscano dei centri Europe Direct: Approfondimento

28.7.06

 

Approfondimento

LA RIFORMA DEI FONDI STRUTTURALI NELLA POLITICA DI COESIONE 2007-2013:

Il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione hanno adottato nel mese di luglio i regolamenti di riforma dei fondi strutturali e della politica di coesione. La riforma scaturisce da tre fattori: primo, e precipuo, l’allargamento a est del maggio 2004 che, modificando radicalmente il tessuto socioeconomico dell’UE, ha comportato una riduzione del 12,4% del PIL nominale pro capite, il parametro determinante per la ripartizione delle risorse, e ha imposto un ripensamento globale di obiettivi e criteri di eleggibilità. Secondo, la valutazione del precedente periodo di programmazione (2000-2006) ha suggerito di semplificare e razionalizzare strumenti finanziari e fasi della programmazione. Il Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale, presentato nel febbraio del 2004 dall’ex commissario europeo alla politica regionale Barnier, ha rappresentato la piattaforma che ha orientato la nuova programmazione dei fondi strutturali, la cui base giuridica è il Titolo XVII (artt. 158-162) del Trattato sulla Comunità Europea (TCE). Terzo, il Consiglio Europeo di Lisbona (marzo 2000) in cui è stata varata l’omonima Strategia, che rafforza la Strategia Europea per l’Occupazione (SEO), fissando obiettivi concreti tra in quali l’innalzamento del tasso di occupazione nell’UE al 70% entro il 2010.

I principi dell’intervento comunitario:
L’intervento dei fondi strutturali è disciplinato da alcuni imprescindibili principi fondamentali. In primo luogo si sottolinea che “l’intervento dei fondi tiene conto, da un lato, delle specificità economiche e sociali, dall’altro, delle specificità territoriali”. La novità è l’introduzione del principio di proporzionalità delle risorse finanziarie e amministrative impiegate dalla Commissione e dagli Stati membri all’importo complessivo della spesa destinata ad un piano operativo. Il principio di complementarità implica che l’intervento dei fondi strutturali integra le priorità comunitarie nelle azioni intraprese a livello nazionale, regionale e locale. Da ciò discende la necessità di coerenza con le altre attività e politiche comunitarie, anche per la trasversalità dell’intervento dei fondi strutturali, e di coordinamento strategico. Tale coordinamento è perseguito con un approccio integrato tra gli orientamenti strategici comunitari, definiti dal Consiglio entro sei mesi dall’entrata in vigore dei regolamenti, e i singoli Quadri Strategici Nazionali (QSN). In Italia, dopo l’intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata nel febbraio 2005 e la redazione di documenti strategici preparatori a livello nazionale e regionale, è stata predisposta una bozza tecnico amministrativa che sarà rivisitata alla luce degli orientamenti strategici UE e susseguentemente inoltrata alla Commissione. Fondamentale è anche il principio della programmazione pluriennale che consente di sviluppare una visione di lungo periodo dell’intervento strutturale e un impatto duraturo. Il principio di partenariato favorisce invece che gli obiettivi siano perseguiti in stretto collegamento tra la Commissione e ciascuno Stato membro, essenziale per lo scambio di idee e prassi nella predisposizione e attuazione di programmi operativi. E’ ribadito il principio di addizionalità, secondo cui l’intervento comunitario non sostituisce la spesa pubblica destinata ad interventi strutturali di uno Stato e che si traduce concretamente nella regola del cofinanziamento. Infine, la prospettiva di genere e il concetto di sviluppo sostenibile sono promossi in tutte le fasi degli interventi realizzati con l’uso dei fondi strutturali in quanto obiettivi trasversali perseguiti in modo coordinato con le specifiche politiche comunitarie.

Obiettivi e Aree eleggibili:
Gli anonimi obiettivi 1, 2 e 3 della precedente programmazione sono sostituiti dai nuovi obiettivi: “Convergenza”, “Competitività regionale e occupazione” e “Cooperazione territoriale europea”. Le aree eleggibili sono distinte in conformità al regolamento 1059/2003 che istituisce una classificazione comune delle unità territoriali per la statistica (NUTS). L’obiettivo “Convergenza” riguarda le regioni in ritardo di sviluppo e l’intervento comunitario mira a creare le condizioni per una crescita economica e occupazionale stabile attraverso investimenti in capitale fisico e umano. Sono eleggibili le aree NUTS 2 (corrispondenti alle regioni italiane) con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria e quelle che risentono dell’effetto statistico legato all’allargamento. Quest’ultime, altresì definite regioni phasing-out, in assenza dell’allargamento non avrebbero superato lo spartiacque del 75% e, onde evitare il subitaneo venir meno del sostegno comunitario, è stata prevista una fase di sostegno transitoria che terminerà definitivamente nel 2013. Inoltre, sono ammissibili al Fondo di Coesione nel quadro dell’obiettivo “Convergenza” gli Stati membri il cui Reddito Nazionale Lordo (RNL) non supera il 90% della media comunitaria e quelli che risentono dell’effetto statistico, ovvero il cui RNL non avrebbe superato il valore del 90% se non fosse avvenuto l’allargamento del 2004. Nel complesso l’obiettivo “Convergenza” interessa 170 milioni di abitanti distribuiti in 100 regioni di 17 Stati dell’UE a 27 (gli ingressi di Romania e Bulgaria sono previsti per il 2007, ndr). L’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” ambisce a migliorare sia la competitività delle regioni sia l’occupazione a livello regionale con un duplice approccio: da un lato l’intento è aiutare le regioni ad anticipare i cambiamenti economici con l’innovazione, dall’altro si intende creare maggiori e migliori posti di lavoro investendo nelle risorse umane. Sono interessate le regioni che non rientrano nell’obiettivo “Convergenza” e quindi anche le regioni che, ammissibili all’obiettivo 1 nel periodo 2000-2006, avrebbero ora un PIL pro capite superiore al 75% della media comunitaria anche nell’UE a 15. L’obiettivo “Cooperazione Territoriale Europea” rafforza la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. Sono ammissibili le regioni UE di livello NUTS 3 (corrispondenti alle province italiane) situate lungo le frontiere terrestri interne e talune frontiere terrestri esterne e quelle locate su frontiere marittime, separate da un massimo di 150 Km. I paesi candidati (Croazia, Turchia e Macedonia) e potenziali candidati (Albania, Bosnia-Erzgovina, Serbia, Montenegro) beneficeranno dell’assistenza prevista dallo strumento di preadesione (IPA). Le attività di cooperazione transfrontaliera con i paesi terzi limitrofi non candidati si realizzeranno nel quadro del nuovo strumento europeo per la politica di vicinato (ENPI). L’obiettivo non è una futura adesione ma ridurre le disparità ai confini esterni dell’UE incrementando nel contempo la stabilità e sicurezza dei confini. Sono previsti piani d’azione concertati bilateralmente e finanziamenti per la realizzazione di progetti condivisi. La Commissione diramerà a breve un elenco delle Regioni ammissibili ad ogni singolo obiettivo che non sarà modificato per tutto il periodo di programmazione.

Strumenti Finanziari e Risorse:
La razionalizzazione ha permesso una riduzione degli strumenti finanziari della politica di coesione da sei a tre: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Fondo Sociale Europeo (FSE), Fondo di Coesione (FC). Gli impieghi dei fondi dovranno essere coordinati con i finanziamenti della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Le novità riguardano l’inquadramento del Fondo di Coesione con gli altri strumenti finanziari per semplificare il coordinamento delle attività. Il FC continuerà a finanziare esclusivamente la costruzione di infrastrutture transeuropee e attività per lo sviluppo sostenibile. Sono stati invece inseriti nella Politica Agricola Comune (PAC) e nella Politica Comune della Pesca (PCP) rispettivamente il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e il Fondo Europeo per la Pesca (FEP), il cui compito è la diversificazione economica delle zone rurali e dipendenti dalla pesca. All’obiettivo “Convergenza” contribuiscono tutti e tre i fondi, all’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” il FESR e il FSE e all’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” il FESR. Le risorse complessivamente disponibili per il periodo 2007-2013 ammontano a 308 miliardi di euro di cui una quota pari al 81,54% (circa 251 miliardi) è destinata all’obiettivo “Convergenza”, il 15,95% (49 miliardi) all’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” e il 2,52% (poco meno di 8 miliardi) alla “Cooperazione territoriale europea”. La necessità di coordinare la politica di coesione con la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione comporta una concentrazione delle risorse erogate su tematiche prioritarie quali innovazione, sviluppo tecnologico, imprenditorialità, energia, società dell’informazione, protezione dell’ambiente, trasporti, risorse umane e politiche del lavoro. Pertanto, verso questi obiettivi dovranno essere dirottate quote pari al 60% dei fondi nel quadro dell’obiettivo “Convergenza” e al 75% per l’obiettivo “Competitività regionale e occupazione”. Questa disposizione è applicabile in via esclusiva ai 15 Stati membri dell’UE precedenti all’allargamento.

Ulteriori aspetti della riforma:
La riforma presenta altri aspetti notevoli come l’abolizione del “Complemento di Programmazione” che consente di ridurre a due le fasi della programmazione. E’ prevista l’applicazione di regole di ammissibilità nazionali invece che comunitarie e si rafforza il richiamo alla trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi. Inoltre, sono stati creati tre nuovi strumenti per coadiuvare gli Stati membri e le regioni nella gestione efficace ed efficiente dei fondi: JASPERS, JEREMIE e JESSICA. JASPERS (Assistenza congiunta ai progetti nelle regioni europee) aggrega know-how e buone prassi supportando le autorità nazionali e regionali che rientrano nell’obiettivo “Convergenza” nella predisposizione dei progetti da inoltrare alla Commissione. JEREMIE (risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese) si propone di facilitare l’accesso alle varie forme di finanziamento da parte delle PMI per incrementare la disponibilità di capitali di investimento. JESSICA (sostegno comunitario congiunto per lo sviluppo sostenibile nelle aree urbane) è l’iniziativa finalizzata alla promozione di investimenti sostenibili, crescita e occupazione nelle aree urbane per evitare le diseconomie di scala originate dalla congestione delle infrastrutture urbane provocata dall’inurbamento.

Riferimenti legislativi:
Il pacchetto legislativo, che sarà presto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, si compone di cinque regolamenti: un regolamento generale che contiene le disposizioni comuni a FESR, FSE e FC e quattro regolamenti specifici per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il Fondo Sociale Europeo, Fondo di Coesione e il Gruppo Europeo di cooperazione territoriale. L’entrata in vigore dei regolamenti è prevista a partire dal giorno successivo alla pubblicazione.



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